“Facciamo l’elogio di quel modo di stare al mondo che avverte la responsabilità di renderlo migliore, delle istituzioni, delle persone che hanno responsabilità dirigenziali, di tutti i collaboratori, i dipendenti, i consulenti, di quelli che sentono il dovere personale di rimediare ai disastri, di attivarsi di fronte ai bisogni, senza cercare scuse, senza delegare ad altri, senza stare alla finestra a commentare e criticare. Dio benedice l’impresa quando è intraprendenza per migliorare le situazioni”. Lo ha detto l’Arcivescovo mons. Mario Delpini lunedì 30 marzo in visita prima alla sede di Fondazione Fiera Milano, nella storica Palazzina degli Orafi in largo Domodossola, poi al Padiglione 1 di Fieramilanocity e infine al Padiglione 2 dove sono stati allestiti i letti per i malati di Coronavirus.
In mattinata dopo una breve sosta in raccoglimento davanti alla statua di Sant’Ambrogio, posizionata vicino all’ingresso della Palazzina, l’Arcivescovo è stato accolto da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Giuseppe Sala, sindaco di Milano e dai più stretti collaboratori di Guido Bertolaso.
L’Arcivescovo ha voluto portare una parola di conforto a quanti, da oltre tre settimane, stanno lavorando senza risparmio di energie alla realizzazione dell’ospedale. Prima di recarsi nel cantiere del Portello, l’Arcivescovo ha benedetto le autorità e il personale presente.
Accompagnato dalle autorità, l’Arcivescovo ha quindi raggiunto il Padiglione 1 di Fieramilanocity. Dopo una breve illustrazione di quanto si sta facendo per rendere operativa il più presto possibile la struttura, l’Arcivescovo si è raccolto in preghiera insieme a tutte le maestranze, alle quali ha impartito la propria benedizione ringraziandole anche a nome della collettività per il grande impegno che tutti stanno mettendo nello svolgere le proprie mansioni.
“Facciamo l’elogio della scienza e della competenza – ha detto l’Arcivescovo -. Facciamo l’elogio di quello che la ricerca ha raggiunto, di quello che la tecnologia ha reso possibile, di quello che l’esperienza ha insegnato, facciamo l’elogio di quel trafficare i talenti ricevuti perché producano frutto, di quell’interpretare le possibilità come una vocazione a servire in umiltà, con il senso del limite, con la modestia di chi sa che si può fare molto ma che non tutto è possibile e non tutto è buono. Dio benedice le risorse messe a servizio del bene, con umiltà e fiducia”.
Prima di lasciare la struttura, monsignor Delpini ha fatto un breve giro all’interno del padiglione 2, concesso in comodato gratuito al Policlinico di Milano e che nei prossimi giorni potrà iniziare ad assistere i primi pazienti affetti da Coronavirus. L’Arcivescovo ha regalato un’icona al nuovo presidio ospedaliero.