«Convocate dalla bellezza, dimoriamo in Cristo per generare una nuova forma alla promessa». È il titolo del XXV Capitolo Generale della Congregazione «Famiglia del S. Cuore di Gesù» che si è celebrato a Casa Madre, in Brentana, dal 5 luglio al 30 luglio, e che si è concluso con la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mario Delpini.
Il Capitolo generale è un evento dello Spirito che convoca la Congregazione a mettersi in ascolto e a lasciarsi guidare da Lui. È quell’ascolto della Parola di Dio e della Chiesa che lo Spirito stesso suggerisce, ma è anche ascolto delle domande e delle attese del mondo attuale, ascolto della realtà e sguardo rivolto alla storia di oggi. Certe che la vita religiosa deve risplendere di Luce, stupore che introduce all’estasi, e deve ascoltare la Voce, sapienza che traccia il cammino, ci siamo messe con umiltà e disponibilità in ascolto delle attese che il presente ha nei confronti della Vita Consacrata e abbiamo guardato alla nostra realtà di Famiglia religiosa, con i suoi numeri e le sue potenzialità, con la sua voglia di donazione ma anche con le sue innegabili fragilità.
Lo slogan scelto racchiude il desiderio e l’impegno che vogliamo realizzare; la Bellezza da cui siamo state attratte ci ha chiamate, è la nostra radice sicura, insieme all’insegnamento della nostra fondatrice, Madre Laura; questa radice ha bisogno di innestarsi nella storia del mondo di oggi, la nostra realtà quotidiana, così da poter portare frutti nuovi.
Ogni Istituto è chiamato «a discernere, alla luce dello Spirito, le modalità adeguate a custodire e rendere attuale, nelle diverse situazioni storiche e culturali, il proprio carisma ed il proprio patrimonio spirituale» (VC 42). Sono, dunque, in gioco i beni più preziosi della nostra Congregazione.
Uno dei temi principali emersi durante il nostro Capitolo Generale è stato il bisogno di rinnovamento della nostra appartenenza e della vita fraterna. Riconosciamo che, come tutte le persone, anche noi siamo influenzate dai contesti mutevoli delle nostre comunità locali e globali.
Il compito di rinnovare richiede discernimento, studio, formazione e azione. L’invito ad abbracciare la fraternità e la minorità come espressione centrale della nostra identità richiede un rinnovamento nel nostro approccio alla formazione, sia iniziale sia permanente. In risposta a questa esigenza, vediamo un invito a impegnarci più profondamente nel pensiero interculturale, nella fraternità e nella prossimità.
Abbiamo tradotto il desiderio di uscire dalle nostre comunità per arrivare all’altro, per creare prossimità e sostegno attraverso una «pastorale del caffè», «del lucchetto», «delle occasioni» e «del tessitore».
Le pastorali
È un semplice gesto, che ci permette di entrare nella dinamica familiare, nella semplicità di condividere un caffè nelle pause della vita. Dà l’idea di uno stile che dice gesti di affetto e dà tempo a uno spazio di intimità, attenzione in cui si recupera l’ascolto e il dialogo che mostra la Bellezza.
Pastorale del lucchetto: unisce due estremi, la famiglia e la vita consacrata, unite in modo forte e sicuro, come con un sigillo, perché c’è una rete di relazioni che racchiude un tesoro. Pastorale delle occasioni: informali. Diventiamo dei ponti, cioè capaci di cogliere i bisogni e rimandare ad altri qualora non riuscissimo a rispondere. Pastorale del tessitore: siamo chiamate a tessere relazioni per manifestare la gioia dell’amore che si vive in famiglia e nella Chiesa.
Da qui vogliamo ripartire, da questo desiderio di rimettere passione, voglia di servire, gioia di amare, cominciando dalla quotidianità, da ciò che è semplice, forse anche piccolo e informale, da ciò che costruisce relazioni vere e dice la bellezza di stare dalla parte di Gesù.
Con noi, in questo cammino che si apre sui prossimi sei anni, la nuova madre generale eletta, suor Nuccia, e le sorelle del Consiglio, suor Livia, suor Laura, suor Rosanna e suor Noemi.