È un ingresso intenso e suggestivo nel Triduo pasquale, quello che i giovani dell’Azione cattolica ambrosiana propongono a tutti i loro coetanei della diocesi. Si chiama Notte degli ulivi ed è una serata di cammino, veglia, preghiera e riconciliazione. L’appuntamento è per mercoledì 27 marzo con la salita a piedi all’Eremo di San Salvatore sopra Erba, dove ci sarà un tempo di adorazione eucaristica, con la possibilità di confessarsi e, a seguire, un momento di convivialità.
Il ritrovo (non occorre iscrizione) è alle 20 presso il parcheggio del cimitero di Crevenna (via San Giorgio) a Erba. Da lì inizia la salita a piedi all’Eremo, che si trova immerso tra i boschi della Riserva naturale della Valle Bova. Il cammino a piedi sarà intervallato da letture e meditazioni che introducono nei misteri della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo e che quest’anno avranno come filo rosso la vita e la testimonianza di don Roberto Malgesini, il prete comasco che si occupata dalle persone senza fissa dimora e che è stato ucciso nel 2020 da un uomo con problemi psichici. A San Salvatore seguirà l’adorazione eucaristica nella bella cappella che custodisce l’affresco della crocifissione attribuito al pittore quattrocentesco Michelino da Besozzo.
«La Notte degli ulivi è un appuntamento ormai tradizionale che si ripete da più di un decennio per i giovani di Ac e per tutti coloro che vogliono partecipare. Il titolo è un chiaro riferimento alla preghiera di Gesù nell’Orto degli ulivi prima di affrontare la sua Passione – spiega Riccardo Pini, responsabile diocesano dei giovani di Ac dai 20 ai 30 anni -. Credo che l’aspetto più suggestivo della salita sia l’adorazione finale. Dopo aver camminato assieme, arrivare all’Eremo, con tutta la vallata sottostante illuminata, è un impatto non da poco. Vegliare in quel luogo, con ancora nella mente le risonanze delle parole ascoltate durante l’ascesa, è un’esperienza da assaporare. La prima volta che vi ho preso parte mi ha colpito molto il clima di contemplazione che si era creato e che ho ritrovato ogni anno».
«Abbiamo scelto di farci guidare dalla figura di don Roberto Malgesini perché è un notevole testimone di cosa significa vivere la carità oggi e nello stesso tempo è un fratello “della porta accanto” – aggiunge Pini -. Ci piaceva anche l’idea di ascoltare testimonianze in presenza e non solo scritte; infatti avremo la fortuna di ascoltare tre testimoni che hanno conosciuto e collaborato con don Roberto e che ringraziamo per aver accettato di camminare con noi».
Don Roberto, la cui storia è raccontata nel libro Asciugava le lacrime con mitezza, scritto da Eugenio Arcidiacono, giornalista di Famiglia Cristiana, fu ucciso a Como quando aveva 51 anni. Si occupava quotidianamente persone gravemente emarginate e per questo era stato anche aspramente criticato da chi non apprezzava la presenza di “barboni” e stranieri nel centro di Como. La sua testimonianza è stata ricordata con intensa partecipazione anche da papa Francesco.