«Non ho annunciato la mia partenza con effetti speciali» dice don Andrea Perego, in partenza come fidei donum della diocesi di Milano per Salvador de Bahia, in Brasile. Del resto, «lui è così: ci ha accompagnato a crescere nella fede con il suo stile silenzioso», confermano i ragazzi di Casatenovo, che per oltre dieci anni è stato il suo oratorio.
Domenica 23 ottobre, in ogni caso, la festa ci sarà, per accogliere don Lorenzo Motta, nuovo coadiutore, e per salutare ancora una volta don Andrea. Le cinque parrocchie della Comunità pastorale hanno già organizzato una raccolta fondi, a favore di quella che sarà la sua nuova comunità a Bahia. E poi un libro con messaggi di auguri e saluti, insieme a cinque stole, una per ogni parrocchia della comunità del Lecchese che il sacerdote saluta.
«Un dono per continuare a seguire il Signore»
Il filo rosso che legherà gli anni spesi nella diocesi ambrosiana a quelli che ha davanti a sé a Bahia va però ben al di là di questi piccoli, ma significativi simboli. «Forse molti pensano che un prete diocesano non c’entri niente con la missione» esclama don Andrea quasi con sorpresa, se gli si chiede il motivo che l’ha spinto a partire. «Per me – sottolinea – è piuttosto una conseguenza naturale della mia vocazione; potrei dire una prosecuzione, una maturazione della mia vocazione, della scelta che ho già fatto di donare la mia vita al Signore. Non penso dunque di fare qualcosa di sorprendente, o di essere particolarmente coraggioso: è piuttosto un dono che il Signore fa alla mia vocazione per continuare a seguirlo». Chi lo conosce bene tra i ragazzi di Casatenovo non fatica a comprendere queste sue parole, e osserva: «Forse don Andrea desidera incontrare un’esperienza “calda” della fede, anche in chi la vive in modo diverso da noi».
Tra i giovani, con il suo stile
A Bahia, dove collaborerà con don Davide Ferretti della diocesi di Brescia, già in Brasile da qualche anno, don Andrea incontrerà certamente una realtà diversa. «Le parrocchie dove opererò saranno quelle della periferia urbana: un contesto segnato dalla povertà, alimentare ma anche educativa e culturale – spiega -. Immagino che potrò stare soprattutto coi ragazzi, ma si vedrà». «Qui la pastorale si rivolge soprattutto alle famiglie, molto giovani, e a messa ci sono soprattutto ragazzi e adolescenti», conferma don Davide.
Don Andrea porterà il suo stile fatto di accompagnamento discreto anche a Bahia: «Certamente incontrerò uno stile diverso del vivere, ci vorrà tempo per conoscere e per inserirsi con rispetto e attenzione. Mi aspetto soprattutto di fare incontri con la gente, e mi prefiggo, semplicemente, di testimoniare il mio essere cristiano». Adattarsi alla liturgia sarà certamente una difficoltà superabile: «anche da noi – scherza – si dice che ogni sacrestia ha la sua liturgia». E d’altra parte, come hanno intuito i “suoi” ragazzi, è proprio nel potersi nutrirsi a un modo diverso di vivere la fede che don Andrea intravede un altro filo rosso: «Come è diversa la società, così mi immagino di poter incontrare una realtà di Chiesa diversa dalla nostra. Una realtà – sottolinea – che mi possa far vedere, mi possa educare un modo diverso di vivere il cristianesimo. E che magari, in futuro, possa aiutare anche la nostra Chiesa».