Quest’estate, per tre settimane, Gerardo Grano, 27 anni di Milano, farà l’educatore nell’oratorio gestito dal Pime a Nonthaburi, un popoloso sobborgo di Bangkok, in Thailandia.
Gerardo vive in famiglia e lavora come tecnico informatico in un’azienda milanese. Molto del suo tempo libero lo spende in parrocchia. Quando era adolescente ha animato l’oratorio estivo. Ultimamente fa parte del gruppo di giovani impegnati a promuovere la vocazione missionaria in Diocesi. Decidere di dedicare le proprie ferie a questa esperienza, invece che andarsene su qualche spiaggia al mare, «è stato piuttosto naturale», assicura. Primo passo di un impegno maggiore in futuro? «Non so se un giorno deciderò di lasciare tutto e partire, certamente però già oggi la vocazione missionaria fa parte del mio percorso di vita e di fede», spiega.
Al viaggio di questa estate Gerardo si è preparato a lungo. Per un anno, un fine settimana al mese, ha frequentato gli incontri organizzati dal Pontificio istituto per le missioni estere nella sede di Milano. Al ritorno, poi, proseguirà il percorso per un altro anno ancora.
A Nonthaburi Gerardo, oltre a seguire i ragazzini, avrà anche l’opportunità di farsi un’idea più precisa di che cosa significa fare missione in un regione dove i cristiani sono un’esigua minoranza. Sorta 42 anni fa, la parrocchia di Maria Madre della Misericordia, affidata ai missionari del Pime, è il punto di riferimento per la comunità cattolica: un migliaio di fedeli su 500 mila abitanti. La comunità è a sua volta un microcosmo della globalizzazione. Una volta al mese si celebra una messa in vietnamita per i molti vietnamiti che lavorano in Thailandia e tutte le settimane una in inglese. Inoltre c’è il catechismo, sempre in inglese, per gli stranieri impiegati presso le ambasciate, Ong o scuole (americani, filippini, nigeriani, ecc).
Infine è cresciuto sempre più l’impegno caritativo: i padri del Pime gestiscono quattro case-famiglia per bambini con situazioni familiari difficili (abbandonati, orfani, con genitori in carcere, ecc), una casa per bambini con disabilità fisica e mentale, una casa di emergenza per le donne in difficoltà che vivono nelle sette baraccopoli delle zone circostanti. Questo impegno ha anche aperto molti contatti con le autorità locali: Dipartimento delle prigioni del Ministero di Grazia e Giustizia, uffici del Comune e della Provincia, stazioni di Polizia, diverse Ong. Il centro che amministra tutte queste attività è diventato una Fondazione riconosciuta dal Governo (Fondazione San Martino).
«Sarà un viaggio di servizio e di conoscenza, spero di tornare con qualcosa in più da raccontare ai miei amici in parrocchia e negli incontri che faccio girando per la Diocesi», sottolinea Gerardo.