Domenica 12 gennaio, a Caravaggio, si terrà il Giubileo della Speranza 2025, organizzato dalle Cappellanie delle carceri lombarde. La celebrazione si svolgerà alle 16 presso l’Auditorium del Centro di spiritualità del Santuario, dove sono attesi operatori, educatori, volontari e agenti penitenziari dei 19 istituti di pena della Lombardia. È prevista anche la presenza anche di alcuni detenuti.
Questa celebrazione segue quella che si è svolta giovedì 9 gennaio a Roma, presieduta dal cardinale Mauro Gambetti (Ofm), arciprete della Basilica di San Pietro e conclusasi con la consegna della “Lampada della speranza” a tutti i delegati regionali dei cappellani delle carceri. Per la Lombardia era presente don Marco Recalcati, che da oltre dieci anni opera all’interno della Casa circondariale di San Vittore. «Ricevi la lampada della speranza, per illuminare chi vive nelle tenebre», ha detto il cardinale Gambetti, porgendo la lampada ai cappellani. La stessa che don Marco porterà domenica a Caravaggio e con la quale si aprirà la celebrazione presieduta da monsignor Daniele Gianotti, Vescovo di Crema e delegato Cei per la carità e il carcere.
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«Credo che l’aspetto più bello sia il tema della speranza che nasce nel carcere – ha detto don Marco lasciando piazza San Pietro -. Noi portiamo questa lampada, non solo perché dentro c’è buio, ma come segno che in carcere c’è anche la speranza, portata da centinaia di uomini e donne, sia detenuti sia operatori all’interno, che hanno il coraggio di raccontare una vita diversa da quella che appare da fuori». Infatti, continua il cappellano di San Vittore, «chi verrà a fare il pellegrinaggio nei nostri carceri vedrà questa luce, che è anche il simbolo della testimonianza dei detenuti. La forza di questa lampada è che dall’interno porterà luce anche fuori. È questa, mi pare, la verità di un Giubileo, celebrato per chi è in carcere, ma anche per chi fuori cerca speranza, ha paura ed è nel buio. La lanterna è solo un simbolo, perché poi la luce passa attraverso le persone»
Da sempre papa Francesco ha un’attenzione particolare per il mondo del carcere, come ha ribadito aprendo il 26 dicembre scorso nella Casa circondariale di Rebibbia la seconda Porta santa a Roma. E nella stessa Bolla di indizione del Giubileo 2025 Spes non confundit il Pontefice ha voluto sottolineare che «nell’anno giubilare, saremo chiamati a essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizione di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, la durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, non pochi casi, la mancanza di rispetto».
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Filo conduttore della celebrazione a Caravaggio saranno quindi le parole del Papa (sia l’omelia della Messa di Natale con l’apertura della Porta santa, sia quella pronunciata al carcere a Rebibbia, sia il Messaggio Urbi et Orbi), cui si aggiungono brani di Vangelo, salmi e canti. Il gesto conclusivo, per le mani di monsignor Gianotti, sarà la consegna della “Lampada della speranza” a tutti i delegati regionali delle carceri lombarde che le porteranno nei rispettivi istituti di pena.