«Verità, segreti e bugie in famiglia» è il titolo del X convegno promosso dal Centro studi psicanalisi del rapporto di coppia di Cremeno (Lc) e Milano e dall’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (sezione Lombardia), che si terrà a Barzio sabato 29 luglio, dalle 9.30 alle 13 presso il Centro parrocchiale Sant’Alessandro (via Parrocchiale 4).
A introdurre i lavori sarà don Enrico Parolari, prete ambrosiano e psicologo, mentre le conclusioni saranno affidate a Francesco Cutino, psicoterapeuta di Roma. «Nel dialogo della vita famigliare – spiaga Parolari – prima o poi capita di inciampare in dilemmi difficili e inevitabili per la coscienza: “Dire la verità o non dirla? Suscitare un conflitto o salvare la relazione? Essere sinceri o tenere nascoste cose che possono creare conflitti e metterci in imbarazzo? Svelare i segreti dolorosi o evitare di parlarne per non far soffrire? Confessare un proprio sbaglio o un tradimento o evitare di rivelare cose non conosciute all’altro/a. Chiamare le cose con il loro nome o mistificare la realtà delle situazioni?».
Sono domande decisive che, non solo attraversano la coscienza di ciascuno, ma che possono separare e unire coniugi e figli e persino incidere nel configurare personalità più integre o disposte alla doppiezza, capaci di legami fiduciosi o strutturalmente diffidenti. «Siamo consapevoli – dice ancora Parolari – che sul confine delicato e pericoloso tra verità, segreti e bugie, passa l’autenticità e l’ecologia di rapporti famigliari nei quali si possa veramente crescere e amare. Tuttavia spesso non abbiamo il coraggio di riconoscerlo, di lasciarci sfidare dalla verità e di entrare in un vero e proprio discernimento che tocca le scelte personali».
Nel costume della nostra società si assiste a due tendenze opposte: da una parte, ad abolire il confine tra verità e menzogna sia nei comportamenti sociali, come in quelli affettivi ed economici; dall’altra, si drammatizza esageratamente lo scandalo in alcune circostanze di falsità. In entrambe i casi si manifesta la cattiva coscienza rispetto alla verità con la ricerca del «capro espiatorio».
Maurizio Rampazzo e Quirino Quisi interverranno sul «Malato di bugie» descrivendo alcune sindromi cliniche, ma anche sul sintomo sociale. In un contesto come quello evocato è necessaria un’attenzione educativa di genitori, insegnanti ed educatori, alle forme evolutive attraverso le quali nell’infanzia si passa «dalla fantasia alla menzogna». Questo sarà il compito della relazione di Rossella Semplici. Punto nodale è la qualità della comunicazione nella coppia come illustreranno Gianni Bassi e Rossana Zamburlin. Per sposarsi tra un uomo e donna, in senso antropologico e non solo religioso, occorre infatti imparare a «dirsi la verità». Questo dialogo, così necessario per il cammino di coppia (Amoris Laetitia 136-141), spiega Parolari, «si costruisce dall’inizio del rapporto, assumendo il rischio di consegnarsi reciprocamente la vita, nella condivisione della propria storia, fatta di relazioni famigliari, amicali e amorose, con ricchezze e povertà. Solo nel dirsi la verità come si riesce e si ritiene meglio, attenti non solo a che cosa dirsi, ma anche al come, si impara passo dopo passo ad amarsi più integralmente anche nelle reciproche fragilità».
Nella complessità di ogni relazione sociale diventa sempre più urgente, come chiarirà Laura Maninchedda, esercitarsi nel «discernimento per dire la verità nella concretezza delle circostanze e delle relazioni», riconoscendo proprio nell’attitudine al discernimento la virtù più preziosa da perseguire con tutte le forze e ricevere in dono dall’esperienza della vita, come profeticamente ci invita papa Francesco. Ma l’esercizio del discernimento si muove nella luce della verità che interpella e interrogare la coscienza. La verità che non è proprietà di nessuno e per il credente è la persona stessa di Gesù nella sua umanità. Toccherà ad Adele Colombo introdurre la dialettica «verità e menzogna» attraverso le figure di Pietro e Giuda, due credenti in rapporto con la verità di Gesù e di se stessi.