Il titolo è certamente bello e suscita attenzione, la «Domenica della Parola». Ma di cosa si tratta e da dove nasce l’idea? A spiegarlo è monsignor Pierantonio Tremolada, vicario episcopale per l’Evangelizzazione e i Sacramenti: «Non è un’idea nostra, ma una proposta recente di papa Francesco che, nella Lettera apostolica Misericordia et Misera, dice: “Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”».
Perché dedicare una domenica alla Parola, che dovrebbe accompagnare costantemente la vita della Chiesa?
Da quanto papa Francesco scrive, si ricava chiaramente l’impressione che è proprio questa convinzione a motivare la proposta. Non si tratta semplicemente di immaginare qualche lodevole iniziativa da esaurire nell’arco di una giornata, ma di trasformare questa domenica in un’occasione per richiamare l’importanza dell’incontro personale e comunitario con la Sacra Scrittura.
Non sono forse troppe le domeniche con intenzioni particolari?
Il rischio c’è e la preoccupazione è emersa anche nella recente Assemblea dei Decani, quando ho personalmente presentato l’iniziativa. La domenica è un giorno importante e merita grande rispetto. Ma qui torniamo a quanto appena detto: occorre guardare alla Parola di Dio non come a un argomento da trattare in questa domenica, ma come un valore fondamentale su cui attirare l’attenzione mentre si vive la domenica stessa.
La decisione di scegliere la prima domenica di Quaresima andrebbe in questa direzione?
Esattamente, e ci piacerebbe che venisse interpretata così. Dovremmo considerare tutta la Quaresima come un tempo privilegiato per l’ascolto della Parola di Dio. Questo ci permetterebbe di guardare alla Prima di Quaresima nell’ottica giusta, come domenica che avvia il tempo dell’ascolto. Non dimentichiamo che, in questa domenica, la liturgia ci propone le tentazioni di Gesù nel deserto, con una frase che è una vera e propria regola di vita: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Si intende proporre qualche gesto specifico?
Ogni comunità parrocchiale potrà decidere con libertà come procedere. Comunque sarà a disposizione materiale per chi volesse proporre qualche momento di preghiera e di lectio divina. A livello diocesano ci piacerebbe immaginare un momento di ascolto condiviso della Parola, offerto magari agli animatori dei Gruppi di ascolto o ai catechisti, ma non escludendo anche altri. Ci stanno particolarmente a cuore quanti non frequentano i nostri ambienti ecclesiali, soprattutto a livello giovanile: si potrebbe pensare con creatività qualcosa per loro. Tuttavia, non potremo realizzare quest’anno tali percorsi ulteriori, perché i tempi sono molto brevi e la Visita del Papa catalizza giustamente la nostra attenzione. In ogni caso, ci sembrava giusto partire il 5 marzo con l’iniziativa: accogliere questa proposta di papa Francesco è anche un modo per dimostrare a lui considerazione e affetto, in attesa di incontrarlo.