«Già l’esperienza delle riunioni che abbiamo fatto insieme per costituire la “Cordata educativa” è stata molto arricchente: si è sperimentato un volto di Chiesa che si fa interrogare da ciò che sta accadendo, cioè l’emergenza educativa nella pandemia, e non è affatto “fuori dal mondo”, come a volte invece la si accusa». A parlare è Davide Manzo, 30 anni, pedagogista, che ha partecipato ai lavori della «Cordata educativa» in rappresentanza dell’Azione cattolica ambrosiana. Insieme a lui, a nome dell’associazione, erano presenti anche il presidente diocesano Gianni Borsa, l’assistente dell’Acr e del settore Giovani don Fabio Riva e la pedagogista Isabella Tres.
I capisaldi
Manzo, impegnato professionalmente nella Cooperativa Farsi Prossimo con il progetto diocesano «Parrocchie e periferie», spiega che centrale nell’iniziativa della «Cordata educativa» è proprio il fare rete tra enti e associazioni ecclesiali che hanno a cuore l’educazione dei giovani: «Prima ancora dei contenuti è importante il metodo – chiarisce -, la percezione che in questi frangenti l’unione fa la forza». Del resto, papa Francesco continua a ripeterlo: «Occorre avviare processi». Il metodo, sottolinea il giovane pedagogista, è ben espresso nel Manifesto della Cordata con le sei “parole” del progetto (fiducia, accoglienza, corresponsabilità, cura, reciprocità e comunità): «Sono i capisaldi, dal nostro punto di vista, di una proposta educativa per giovani e adolescenti».
Il modulo formativo
Concretamente, aggiunge Manzo, «già da febbraio il progetto entrerà nel vivo con iniziative in almeno una decina di luoghi sul territorio della diocesi, dove sarà organizzato un modulo formativo pensato su tre incontri: nei primi due verrà messo a fuoco il tema dell’ascolto (di sé e degli adolescenti), mentre nel terzo il tema sarà la risposta da dare in modo corale alle domande educative». Uno di questi luoghi sarà la parrocchia di Giussano, dove Davide vive. E sottolinea che importante è lo “scambio” che avverrà in questa fase: «A tenere gli incontri saranno formatori delle diverse realtà aderenti alla “Cordata” e ci sarà una sorta di interscambio di risorse e competenze. Per fare un esempio: l’Azione cattolica metterà a disposizione quattro pedagogisti e formatori i quali però non cureranno gli incontri delle realtà territoriali promosse dall’associazione, ma quelle di altre realtà della “Cordata”».