Mercoledì 7 febbraio il cardinale Dionigi Tettamanzi ha presieduto la messa nella basilica San Pietro con migliaia di pellegrini. Con lui hanno concelebrato 20 Vescovi e 30 sacerdoti provenienti da tutte le diocesi della Lombardia.
di Luisa Bove
«Il nostro cuore si dilati secondo la misura del Papa», ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi ricordando «l’amore particolare» che il Santo Padre dimostra nei confronti delle «nostre Chiese locali di Lombardia». L’Arcivescovo di Milano è «commosso e gioioso» per l’incontro che ha avuto con Benedetto XVI e ancora di più «per l’amore dimostrato dal Pontefice questa mattina con tutti i pellegrini» e «per le sue parole così limpide e autorevoli» che ha rivolto ai presenti.
Il pellegrinaggio a Roma per accompagnare i rispettivi Vescovi nella Visita ad limina è stata anche l’occasione per «rinnovare la nostra fede sul sepolcro dell’apostolo Pietro».
«Noi vogliamo portare nelle nostre Chiese il frutto concreto di questa visita», ha chiarito l’Arcivescovo Metropolita Tettamanzi. E commentando le parole della prima lettura ha detto: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». Questo significa che i credenti devono annunciare il Kerigma, cioè che «Gesù di Nazareth è stato ucciso, è stato appeso alla croce, ma Dio con la sua potenza lo ha risuscitato». E anche noi, come gli apostoli, oggi possiamo ripetere: «Di questi fatti siamo testimoni».
«Noi», ha continuato il cardinal Tettamanzi, «siamo chiamati a prolungare l’annuncio degli apostoli. Non soltanto con le parole, ma con la vita vissuta, e non solo nel tempio, ma nelle case e nei diversi ambienti».
Sempre toccante l’episodio che narra la triplice confessione di Pietro che «cancella il suo triplice rinnegamento». Da queste pagine emerge l’amore smisurato per Cristo e per il suo successore. «Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu più di costoro?», chiedeva Gesù a Pietro. La stessa domanda il Signore l’ha rivolta al cardinal Ratzinger quando lo ha chiamato ad essere il suo Successore. Le stesse parole se le sono sentite anche i Vescovi lombardi, ha detto l’Arcivescovo, i presbiteri e tutti i fedeli. È a Gesù infatti che «deve andare il nostro amore». Tutta l’attività pastorale a favore della Chiesa ha le sue radici e prende vigore dall’amore per il Signore. Tutti possono amare la Chiesa, ha assicurato il cardinal Tettamanzi: anche i bambini, gli ammalati, i sofferenti…
Poi ha esortato tutti i fedeli lombardi «ad avere coraggio, a non scendere a compromessi», ma anche «a saper soffrire per il Vangelo». Spesso infatti, ha riconosciuto l’Arcivescovo di Milano, ai cristiani di oggi può capitare di subire persecuzioni, irrisioni ed emarginazioni… E quando succede non resta che trovare consolazione ricordando la beatitudine evangelica riferita a «chi è perseguitato a causa del Vangelo».