Non troveremo mai parole adeguate per ringraziare quanti si dedicano con impegno all’educazione dei ragazzi nella scuola. Penso in particolare ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, ma anche al personale tecnico amministrativo. Ogni discorso riguardante la scuola deve esordire così: rendendo merito a tutti coloro che hanno assunto questo compito intendendolo come una professione nobile, che molto assomiglia a una missione, e vi si dedicano con serietà e passione.
Si educano i ragazzi in molti modi, ma la scuola è una delle vie maestre dell’educazione, che merita stima e alta considerazione. La parola “insegnante” porta in sé l’idea suggestiva di chi “lascia il segno”, come la parola “maestro”, che traduce il latino magister, allude a un “di più” (magis) che ci piace intendere anche in senso educativo, un rendere migliore, un elevare, un far compiere passi in avanti. Fortunato chi ha avuto bravi maestri, ottimi insegnanti! In queste figure noi vediamo unificate grandi virtù: l’affetto, la cura, la pazienza, ma anche la serietà, la competenza, la lealtà, l’amore per la conoscenza e per la verità.
Da sempre la Chiesa si è interessata della scuola. Perché lo fa? Non per interesse, non per lucro, non per garantirsi quadri al proprio interno, non per crearsi futuri appoggi all’esterno. La Chiesa si interessa della scuola per contribuire alla crescita dei ragazzi e all’azione educativa dei loro genitori, chiamando ad assumere questo compito persone di fiducia a cui domanda di rendere in questo modo testimonianza al Vangelo: dirigenti, insegnanti e personale amministrativo. Essa intende affiancarsi ai ragazzi e ai loro genitori con simpatia e serietà per offrire il proprio contributo alla loro formazione, facendone uomini e donne dalla personalità forte e armonica, le cui qualità coincidano con le virtù (rispetto, onestà, giustizia, amabilità) e le cui capacità trovino piena espressione.
L’ispirazione cristiana che suscita e sostiene quest’opera educativa mira a dare pienezza all’umano, senza nulla imporre, nella convinzione che tutto ciò che viene dall’annuncio della croce di Cristo porta in sé il segno della dedizione e dell’amore sincero. Il volto del crocifisso dice passione per la vita, cura dei più deboli, sollecitudine per tutto l’uomo, rispetto per il creato. Siamo tutti consapevoli che senza conoscenza non c’è dignità: ce lo ha ben insegnato don Lorenzo Milani. Offrire conoscenza significa dunque vivere la carità, così come il Vangelo ci insegna.
La Chiesa, attraverso le persone che ne fanno parte, si occupa di tutta la scuola. Essa vuole dare il suo contributo positivo a tutte le scuole, senza alcuna distinzione. Sono Chiesa che opera nella società anche gli insegnanti di ispirazione cristiana, e non sono pochi, che lavorano nelle scuole statali. A loro va tutto il nostro apprezzamento, per il prezioso servizio che compiono. Per noi non vi è alcuna distinzione tra insegnanti nelle scuole statali e insegnanti nelle scuole paritarie: entrambi svolgono un servizio pubblico e la loro azione ha uguale e alta dignità, perché concorre a edificare quella casa comune che tutti desideriamo sempre più bella e ospitale.
La Chiesa non chiede nessun privilegio. Domanda soltanto di poter svolgere il suo compito educativo a favore di tutti. Essa intende farlo in collaborazione con le istituzioni civili, a cui garantisce pieno rispetto, e nella convinzione di concorrere a quel “bene comune” che la stessa Costituzione italiana considera il fine ultimo di ogni azione sociale.