Sono online sul portale della Diocesi le schede predisposte dalla Commissione di coordinamento del Sinodo minore «Chiesa dalle genti», da utilizzare per il confronto nelle diverse realtà. «Il desiderio è di ascoltare il più possibile il mondo intra-ecclesiale con un’attenzione a tutte le realtà (stranieri, scuole, Consigli pastorali, parrocchie…), ma anche il mondo intorno a noi, per sapere cosa pensa rispetto a questo tema». A dirlo è don Giovanni Castiglioni, parroco della Beata Vergine Addolorata in San Siro a Milano e membro della Commissione di coordinamento: «Abbiamo differenziato le schede perché le domande dovevano essere calibrate sulle persone cui si rivolgono e ai diversi ambienti».
Oltre alla «Nota metodologica preliminare», le tracce sono per i Consigli pastorali, educatori e giovani, assemblee di presbiteri, vita consacrata, comunità di migranti, operatori della carità, amministratori locali. Una scheda è ancora in preparazione su ecumenismo e dialogo interreligioso. Ogni traccia contiene una parte biblica intitolata «Attirerò tutti a me», poi un’analisi della società multiculturale, quindi alcune domande mirate. «La Chiesa – continua don Castiglioni – è chiamata a confrontarsi e a tentare cammini per affrontare questo cambiamento epocale. La Chiesa è un unico popolo di Dio, ma con mille volti e storie importanti da raccontare e da vivere».
Per don Filippo Dotti, impegnato nella Pastorale giovanile di Lecco e cappellano al Politecnico, anch’egli membro della Commissione sinodale, «c’è molto interesse». Ne è prova la grande presenza di fedeli alla celebrazione di apertura del Sinodo. «La Basilica di Sant’Ambrogio era gremita di membri dei Consigli pastorali, Caritas, preti… Tutte persone impegnata nelle varie comunità. Credo che molte parrocchie saranno coinvolte. A ogni livello ciascuno si sente responsabile di camminare insieme, perché quello del Sinodo è un tema di bruciante attualità».
«Io stesso – riprende don Castiglioni – vivo in una parrocchia in zona San Siro, al confine tra il tradizionale e la presenza di una forte immigrazione. In parrocchia più del 50% sono stranieri: benché una grande fetta sia di religione musulmana, devo riconoscere la preziosità delle persone che vengono da altri Paesi e che hanno una vivacità di fede legata anche alle loro storie di migrazione. Affidarsi a Dio nell’affrontare una vita nuova per loro è stato fondamentale, hanno affrontato un viaggio fisico e culturale».
Anche don Castiglioni riconosce che «c’è attesa per questo Sinodo, ma non tutti lo accolgono allo stesso modo. Qualcuno dice che non serve, altri invece lo ritengono molto importante. La mia impressione è che sia una grande sfida per una Chiesa che sta cambiando». Raccogliere questa sfida può diventare occasione per la stessa Chiesa «di rilanciarsi, ripensarsi e scoprire energie preziose in questo nuovo tessuto umano delle nostre comunità». Nelle parrocchie, aggiunge don Dotti, «sarà utile organizzare momenti di incontro, ascolto e confronto. La Commissione darà consigli su come lavorare, perché si tratta di temi sensibili, per cui si potranno riscontrare opinioni diverse, reazioni e sensazioni differenti». E conclude: «Il Sinodo non è una conferenza, ma un processo e lo scopo è camminare insieme».