«La Chiesa ambrosiana vive questo momento contenta, unita, desiderosa di conoscere il nuovo Papa e già predisposta a vivere in comunione con lui». Così monsignor Mario Delpini, Vicario generale della diocesi di Milano, ha commentato a caldo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio.
La sorpresa di questa elezione inattesa è, secondo Delpini, «un segno di come lo Spirito Santo operi nelle scelte delle persone». Del resto, nota il Vicario generale, la Chiesa vive di continue novità: «Le stesse dimissioni di Benedetto XVI e la sfasatura tra le previsioni e l’elezione di questo Papa ne sono un esempio. I credenti non possono essere deterministi, bisogna sempre pensare che il prossimo passo sia nuovo, fa parte della logica della fede».
E questo Papa che arriva da un continente “lontano” è, secondo Delpini, «un segno tangibilie della “cattolicità”, cioè dell’unità e dell’universalità della Chiesa».
Nello stesso tempo, però, osserva ancora il Vicario generale, «la terra natale del Papa ha una particolare parentela con l’Italia, visto il grande numero di argentini che ha origini italiane, come lo stesso Pontefice». E anche il nome che il Papa si è imposto, Francesco, salutato dai media come una delle prime grandi novità di questo Pontificato, “parla” un po’ italiano: «Non possiamo non pensare a Francesco d’Assisi», ha concluso monsignor Delpini.