«La sfida non interessa solo l’economia e la politica: c’è anche una prospettiva pastorale da ritrovare, nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo, anche per orientare a nuovi stili di vita e di consumo responsabile, così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità». Lo sostengono i Vescovi italiani nel Messaggio della Cei per la 13ª Giornata nazionale per la Custodia del Creato (1 settembre 2018) sul tema «Coltivare l’alleanza con la terra».
Tante le iniziative prese in tal senso da diocesi e associazioni, come la «rilevanza della campagna per il disinvestimento da fonti energetiche non rinnovabili o alle molte altre indicazioni per vivere in forma comunitaria la conversione ecologica», ma «c’è anche una prospettiva spirituale da coltivare» come ricorda papa Francesco: «Occorre anche dar fondamento a tale attenzione, inserendola sistematicamente nei corsi di formazione per tutti coloro che esercitano responsabilità nella comunità ecclesiale».
«Sempre più spesso la nostra terra – città, paesi, campagne – è devastata da fenomeni atmosferici di portata largamente superiore a ciò che eravamo abituati a considerare normale», né «il cambiamento climatico è l’unica minaccia legata alla crisi socio-ambientale: si pensi all’inquinamento diffuso e ai drammi che talvolta esso porta con sé». Nel testo – firmato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e dalla Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo – si ricorda che «talvolta si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte a un degrado inevitabile della nostra terra». «Lo sguardo preoccupato per la devastazione del territorio a seguito del riscaldamento globale dovrà farsi attiva opera di prevenzione. Si tratterà, da un lato, di proteggere città e campagne con serie misure di adattamento, in grado di favorire la resilienza di fronte a eventi estremi. Si tratterà, però, soprattutto, di promuovere un’azione di mitigazione, che contribuisca a contenere i fattori che li determinano».
Il messaggio poi sottolinea: «Particolare rilievo avrà in tal senso la Conferenza internazionale COP 24, che si terrà a Katowicze in Polonia nel dicembre 2018: l’occasione per ripensare e approfondire le iniziative contro il mutamento climatico avviate tre anni fa dalla precedente COP 21 svoltasi a Parigi. Sarà importante che l’Italia svolga un ruolo attivo e lungimirante in tale contesto, proponendo impegni realistici e ambiziosi per l’azione della comunità internazionale». «Nella stessa direzione – della costruzione di una società decarbonizzata – dovranno pure andare scelte efficaci da parte del nostro Paese nel campo della politica e dell’economia ambientale. Sarà così possibile collegare la promozione di un lavoro dignitoso con una attenzione forte per l’ambiente, riprendendo e approfondendo le indicazioni della Settimana sociale svoltasi a Cagliari nel 2017. La vocazione umana a coltivare la terra non può che andare di pari passo con quella a custodirla».
Infine, un richiamo ecumenico, perché si tratta di «una sfida che le Chiese cristiane stanno imparando ad affrontare assieme, riscoprendo in orizzonte ecumenico l’impegno comune per la cura della creazione di Dio. La celebrazione condivisa del Tempo del Creato è anche un segno importante nel cammino verso la comunione tra le Chiese: ne ha dato una testimonianza importante il messaggio inviato nel 2017 da Papa Francesco col Patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli».