L’Istituto Zaccaria – erede della tradizione scolastica barnabitica che data dal 1608 – giovedì 4 novembre (festa liturgica di San Carlo Borromeo) riceverà la visita dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, presso la sede di via della Commenda 5, a partire dalle 11.45. «Sono trascorsi quasi 25 anni dall’ultima visita dell’Arcivescovo alla comunità dei padri Barnabiti e alla scuola – sottolinea padre Ambrogio Valzasina, rettore dell’Istituto -: siamo tutti desiderosi di accoglierlo, incontrarlo e ascoltare la sua parola”.
L’occasione di questo incontro con la comunità dello Zaccaria è scaturita da due necessità legate alla figura di San Carlo: l’intitolazione al Santo della rinnovata sala lettura della biblioteca e la chiusura della ricognizione canonica delle sue numerose reliquie che i Barnabiti conservano nel convento di San Barnaba da oltre 400 anni.
Non tutti sanno che San Carlo, negli anni del proprio episcopato ambrosiano (1564-1584), fu grande estimatore dei Barnabiti: coltivò una grande amicizia con i padri Alessandro Sauli (poi preposito generale della Congregazione, vescovo di Aleria in Corsica, quindi vescovo di Pavia e Santo nel 1904) e Carlo Bascapè, suo stretto collaboratore e principale biografo; si avvalse della loro opera pastorale per la riforma della diocesi ed elesse il convento di San Barnaba a una sorta di “eremo” di preghiera e silenzio presso il quale – ogni anno – trascorreva anche settimane intere a pregare e digiunare, facendo vita comune con i religiosi.
Per questo San Carlo aveva presso il convento una propria camera da letto (ora non più esistente) che utilizzava a necessità e presso la quale conservava oggetti e abiti di uso quotidiano che, alla sua morte, sono rimasti custoditi e venerati dai padri Barnabiti fino a oggi. Oltre a questi, l’archivio storico dei Barnabiti raccoglie qui oltre 50 scritti autografi del Santo (tra lettere e minute).
In occasione della visita dell’Arcivescovo tutte le reliquie sono state pulite e restaurate (le spese dell’intervento sono state sostenute dall’Istituto Zaccaria, dall’associazione di volontariato dei ragazzi “Zaccharis” e da alcune famiglie benefattrici) e ricollocate nelle rinnovate nicchie della cripta della chiesa di San Barnaba. L’intervento di ricognizione è stato presieduto, per delega dell’arcivescovo, da monsignor Giordano Ronchi, arcidiacono del Duomo e custode delle sacre reliquie dell’Arcidiocesi.
Per questa occasione l’ex alunno Alessandro Giugni, emergente fotografo, ha omaggiato l’Istituto di una mostra fotografica dal titolo «Sulle tracce di San Carlo»: un piacevole viaggio nei luoghi della vita del Santo (dal 4 novembre al 4 dicembre presso la veranda del convento – ore 9-17). È disponibile il catalogo con la presentazione di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano.
A dicembre, infine, sarà pubblicato un testo scientifico che conterrà anche la prima edizione critica degli autografi di San Carlo conservati a San Barnaba, dal titolo «Splendor sanctitatis – Memorie e reliquie borromaiche a San Barnaba in Milano», con contributi di Stefano Bodini, Emanuele Colombo, Emanuele Ghelfi e Marco Navoni e con la prefazione dell’arcivescovo Mario Delpini.
Il Rettore dell’Istituto Zaccaria, ricomprendendo l’evento in un ambito squisitamente culturale, rileva come «la cultura è qualità della vita. Perciò vogliamo offrire ai nostri ragazzi iniziative e incontri stimolanti che li accompagnino a credere nel loro talento e nelle loro capacità: saper ragionare bene e saper fare bene – insieme ai valori forti che sono trasmessi con la cultura – sono un tesoro prezioso che non risentirà mai di alcuna crisi, pandemia o restrizione. Di questo siamo convinti, ma siamo anche ottimisti: crediamo che l’entusiasmo che quotidianamente mettiamo nel nostro lavoro sia un piccolo seme pronto a germogliare al tempo opportuno e un valido passaporto per l’avvenire dei nostri ragazzi».
L’istituto milanese comprende i primi tre cicli d’istruzione: primaria, secondaria di primo grado e liceo (classico, scientifico e linguistico) e accoglie oggi 750 studenti.