La raccolta diocesana degli indumenti usati, organizzata dalla Caritas Ambrosiana, quest’anno si terrà sabato 21 maggio e sarà legata in modo significativo all’Anno giubilare e alla sua valenza della remissione dei debiti: è al tema dell’indebitamento che si è voluta prestare particolare attenzione. I proventi della raccolta saranno destinati ad alimentare il Fondo di garanzia della Fondazione San Bernardino per gli indebitati.
L’usura è stata definita da papa Francesco come una «una drammatica piaga sociale che ferisce la dignità inviolabile della persona umana» e, in occasione dell’udienza generale del 10 febbraio scorso, ha richiamato l’attenzione sul dramma delle molte famiglie che ne sono vittime, ricordando che è un grave peccato che grida al cospetto di Dio. Essere misericordiosi come il Padre chiede di esplorare le strade concrete per vivere la misericordia oggi. Liberare dai debiti può rappresentare per le comunità cristiane una modalità concreta per tradurre la misericordia nel quotidiano di molte famiglie che possono così ripartire e non cadere nelle mani degli usurai.
Sabato prossimo, su tutto il territorio diocesano, saranno predisposti punti di raccolta (l’elenco è allegato) dove i volontari delle parrocchie faranno confluire e svolgeranno le operazioni di carico dei sacchi consegnati vuoti in occasione delle scorse Messe, riempiti in questi giorni e poi lasciati dai fedeli negli atri delle chiese. Tutti i Decanati sono coinvolti in questa giornata, con l’accortezza di non delegare le stesse persone nella responsabilità e gestione del punto di raccolta in modo da mobilitare in un gesto di servizio più adulti e soprattutto giovani. Infatti, la raccolta diocesana degli indumenti usati è da sempre svolta in collaborazione con la Pastorale giovanile, appunto per sollecitare ed educare i giovani al servizio, oltre a offrire un’occasione di collaborazione tra Caritas e Pastorale giovanile sul territorio, onde favorire una conoscenza reciproca.
La raccolta è un evento straordinario, ma non è un fatto isolato, né un’iniziativa a sé rispetto a quanto ordinariamente Caritas propone. L’invito a non gettare i vestiti usati ha una valenza educativa. Gli indumenti usati non sono solo un rifiuto da smaltire, una fonte di inquinamento o un inutile ingombro per gli armadi: possono essere recuperati e diventare una vera e propria risorsa economica.
Forte significato ha anche il gesto di chi passa a raccogliere ciò che è di avanzo per trasformarlo in una nuova risorsa. Tutto ciò quindi si può collegare con l’educazione a uno stile di sobrietà che richiama a un più complessivo modo di vivere. La raccolta è quindi un gesto straordinario che vuole richiamare all’importanza della normalità.
Nell’ambito della quotidianità la raccolta di indumenti usati avviene attraverso i cassonetti gialli e si chiama «Dona valore»: le cooperative sociali della rete Riuse, coordinate dalla Caritas Ambrosiana, trasformano un capo di abbigliamento usato in posti di lavoro per persone in difficoltà. Grazie a questa attività vengono generate risorse economiche per sostenere servizi socio-assistenziali ed educativi sul territorio. Sono state avviate concrete collaborazioni con le Amministrazioni locali; nella quasi totalità dei casi infatti la raccolta è regolamentata da apposita convenzione senza oneri per il Comune; la collettività ottiene un risparmio per la sottrazione di rifiuti alle discariche; l’intera popolazione ha la possibilità di partecipare a progetti di solidarietà che, contrariamente al solito, non richiedono impegni di denaro o di tempo. Quest’ultimo punto è significativo per il processo di diffusione della cultura della solidarietà che la Caritas Ambrosiana sostiene da sempre: la solidarietà può e deve entrare nella quotidianità e nella normalità della vita.