«Avete tanto da dire, potete contribuire a costruire la città». Potrebbe essere questo, in sintesi, il messaggio che ha guidato la mattinata di inaugurazione dell’Anno accademico 2023-2024 dell’Università della Terza Età «Cardinale Giovanni Colombo». Nella chiesa di San Marco, presenti molti allievi e docenti, l’inaugurazione ha visto la conversazione iniziale affidata ad Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano con delega all’Istruzione. Introdotto dal rettore don Giuseppe Grampa, l’intervento ha avuto il senso di una riflessione ad ampio raggio, non solo sul ruolo rilevante dell’Ute, ma anche su quello delle persone anziane nella società.
Scavuzzo: «Oggi è il tempo di ciascuno»
«Essere o andare in pensione non vuole dire smettere di essere cittadini» – ha subito chiarito Scavuzzo -. Quando si dice che i più giovani saranno i cittadini di domani, si presuppone che ci siano stati cittadini di tempi precedenti, ma l’oggi è il tempo di ciascuno. Non ci deve essere il ricordo di una vita passata, ma attenzione per il presente con le sue occasioni. Infatti cerco sempre di tenere unite l’attenzione per i più piccoli con quella per gli anziani, ogni età avendo, come è ovvio, le sue particolarità. La forza di una comunità si vede dal trarre beneficio da tutti e da ciascuno», ha proseguito la Vicesindaco, evidenziando che «frequentare l’Università non vuol dire passare il tempo, perché magari se ne ha di più a disposizione, ma partecipare al dibattito culturale della città, basti pensare al contributo degli anziani alle associazioni e nel volontariato», che può «essere reso ancora più prezioso dalla volontà di proseguire negli studi, costruendo la città dell’uomo, rimbeccandosi le maniche», ha ricordato Scavuzzo richiamando Milano come città virtuosa a più alto tasso di volontari d’Italia, con le sue 180 mila presenze.
L’Università in cifre
«Lo scorso anno abbiamo riconosciuto la benemerenza civica alla Università della Terza Età» – giunta al suo 40° anno – «valutando l’importanza dell’Ateneo fondato dal cardinale Colombo», ha ancora ricordato Scavuzzo,
Una realtà che conta ben 58 corsi offerti nell’anno accademico 2023-2024 tra arte letteratura, scienze, religione e 7 laboratori (informatica, lingua inglese, canto, acquerello, pittura, disegno e teatro). 479 gli iscritti dello scorso anno accademico, di cui 186 nuovi e una sessantina ritorni post-Covid. Sette gli insegnamenti che non comparivano nel passato nell’offerta formativa e dedicati da questo anno a intelligenza artificiale, Cina, globalizzazione, archeologia biblica, musica degli organi della chiesa di San Marco e della basilica di San Simpliciano, dialetto e conoscenza del sistema bancario.
E tutto per essere protagonisti della città, senza opposizioni, ma facendo emergere, come è nella volontà dell’amministrazione comunale, dibattiti e confronti. «La sfida non è contrapporsi, ma come riuscire a “fare” Milano insieme, nonni e nipoti, mamme e papà, persone con famiglie numerose e senza famiglia, milanesi e gente che viene da fuori. Su questo abbiamo bisogno di lavorare con una visione pragmatica e l’alleanza tra generazioni ci permette di affrontare il cambiamento che stiamo vivendo e quella trasformazione sostenibile che cerchiamo di attraversare», ha concluso la Vicesindaco, auspicando «uno scambio internazionale con Università della Terza Età in altri Paesi come si fa per tutti gli Atenei cittadini».
«Come sapete esiste quella che si chiama la “terza missione” dell’Accademia, oltre didattica e ricerca: incidere su ciò che e fuori dell’Università e questo vi appartiene nella prospettiva dell’alleanza». Un’alleanza da mettere in campo con i più giovani e le loro grandi fragilità: «Fate sentire quanto volete loro bene, quanto sono amati. Sviluppate una relazione positiva con chi oggi si sente meno amato, specie dopo il periodo terribile del Covid».
La celebrazione
Poi la Messa presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Giuseppe Vegezzi, vicario episcopale per la Zona I, concelebrata dal responsabile della Comunità pastorale Paolo VI (cui appartiene San Marco) monsignor Gianni Zappa e da monsignor Luigi Nason, canonico della Cattedrale e docente della Ute.
«All’inizio dell’assemblea liturgica, abbiamo pregato: “O Dio eterno, che per compiere il tuo disegno d’amore, concedi lunghezza di giorni e di anni, dona a questi tuoi fedeli di crescere senza interruzione e senza stanchezza nell’intelligenza docile della tua parola e nel servizio paziente e generoso dei fratelli”. Questo dice bene cosa sia questo Ateneo – ha detto nell’omelia monsignor Vegezzi -. «Noi tutti collaboriamo, ciascuno secondo le proprie capacità e situazioni, a cooperare al disegno di Dio su questa terra. Nessuno si deve sentire escluso».
«Illuminati dalla sua Parola possiamo leggere il tempo presente attraverso le varie discipline che qui vengono svolte. Non stancatevi mai di porvi domande e di dare risposte. Crescete nel servizio paziente e generoso dei fratelli. Quanto bene potete ancora fare nella nostra società, partendo dalle vostre famiglie, dalla conoscenza delle varie realtà di questo tempo. Solo cosi si costruisce umanità vera, non egoistica o individualista». Il riferimento è al capitolo della Proposta pastorale dell’Arcivescovo per l’anno 2023-2024, intitolato «Gli anni della sapienza e della fragilità: il dono e la responsabilità della vita». «Coraggio, la società e le nostre comunità hanno bisogno ancora del vostro apporto per costruire un mondo sempre migliore, anche in questo tempo dove si respira un’aria un poco di sfiducia e di stanchezza. Anche il Vangelo di Luca (al capitolo 2) che abbiamo appena ascoltato ce lo conferma: nonostante la loro età avanzata Simeone e Anna hanno un compito ben preciso nella storia della salvezza. Vi auguro che questo nuovo anno accademico vi faccia scoprire nuovamente la vostra vocazione in questo mondo».