I followers si possono comprare. Gli influencer, spesso, pubblicizzano il sé. I like rischiano l’autocompiacimento. Gli stessi strumenti, però, possono raccontare anche altro. Non il selfie, ma la generosità, per esempio. Così, anche quest’anno, “C’è un Paese che aspetta te. Sì, proprio te”. Un Paese reale, all’estero. Dove i giovani italiani, tra i 20 e i 30 anni, potranno recarsi partecipando al contest “In Un Altro Mondo”, promosso dal Sovvenire. Un Paese che faranno conoscere e dal quale si faranno riconoscere. Utilizzando tutte le piattaforme social. Fino al 15 aprile potranno quindi iscriversi sul sito www.inunaltromondo.it
«Nelle cinque edizioni precedenti, i prescelti hanno vissuto in prima persona il lavoro quotidiano di tanti missionari che si dedicano ai più poveri in nome di Gesù. E in questi territori essi hanno rappresentato l’Italia, un Paese capace di realizzare progetti concreti per chiunque abbia bisogno di ritrovare dignità e rispetto», afferma Matteo Calabresi, responsabile nazionale del Sovvenire. Le opere di questo tipo finanziate sinora, con fondi 8×1000, sono oltre 15 mila
Quest’anno l’esperienza di volontariato dei 4 finalisti – da documentare con foto e commenti quotidiani da postare sul web ad agosto – si svolgerà: in India con Caritas italiana in un progetto di ricostruzione dopo le inondazioni in Kerala; in Madagascar in una scuola per bambine povere delle suore di S.G. Battista; in Albania con “RTM-volontari nel mondo” in un progetto di sviluppo e valorizzazione dell’agricoltura familiare; infine in Brasile in una casa per ragazze madri dell’Associazione “Maria Mae de Vida”.
I giovani finora coinvolti “In Un Altro Mondo” hanno conquistato sul web 376.314 like, 146.281 fan e raccontato 1.607 storie. Vere, non verosimili… Come ricorda chi ha superato le selezioni degli anni precedenti e ha visitato 15 opere sostenute con l’8×1000.
Le testimonianze
Chiara, che la scorsa estate è andata in Giordania, per esempio, così ne fa memoria: «Non è stato difficile riabituarsi alle comodità di casa, difficile è fare i conti con le domande che, dopo questa esperienza, mi sorgono ogni giorno e alle quali non so dare risposta».
Elena, di ritorno dal Madagascar, aggiunge l’auspicio che le sue doti di influencer mediatica abbiano funzionato: «Quello che da subito ho capito è che sarebbe stato un fallimento. Certe cose sono così difficili da spiegare. In che modo raccontare com’erano piccole, ma già forti, le manine di quei bambini che vivono in completa povertà? Come fotografare quel cielo illuminato da miliardi di stelle danzanti?… Come fare? Certe cose si possono solo vivere. Io, nel mio piccolo, spero di aver trasmesso l’uragano di emozioni che mi ha travolto in questi 30 giorni».
Ad Alice, per un mese in Brasile, resta impressa invece la mutualità: «Ciò che più di ogni cosa ho provato sulla mia pelle è la bellezza dell’aiuto, una dinamicità di sostegno reciproca che realmente può mutare le cose. Le difficoltà esistono in ogni angolo della terra, ma una mano aperta e tesa verso l’altro non ha colore o religione, ha il sapore di umanità».
Rachele, impegnata in Palestina, esprime infine la sua gratitudine: «Torno a casa frastornata, triste, felice piena di emozioni. Con un’esperienza nel cuore che mi ha cambiata e portata in un mondo così diverso dal mio, che però subito mi è appartenuto e mi ha fatto sentire a casa. Per questo e per molto altro Shukran, grazie».
Per iscriversi al concorso basta inviare un video in cui raccontarsi; insieme ad alcune foto di reportage. Le informazioni, per partecipare, si trovano su www.inunaltromondo.it In agosto, durante l’esperienza di volontariato sul campo, si potranno vedere i reportage sui canali social.