In Quaresima, tempo buono per la conversione, per rendere la propria vita più simile a quella di Gesù, i giovani (dai 19 ai 30 anni) sono invitati ad accettare la proposta delle vite comuni. Non solo un’opportunità, ma una chiamata a un “oltre”, che nello stare con gli altri aiuta a conoscersi meglio, illuminati dalla Parola di Cristo, nel suo manifestarsi concreto nella quotidianità, in quel di più che viene dall’incontro sorprendente con il Signore che fa gustare una vita in abbondanza.
Casa Magis – appartamento della parrocchia di Sant’Eustorgio nella Comunità pastorale dei Santi Magi a Milano, nel decanato Centro Storico, dove già alcuni giovani vivono l’esperienza delle vite comuni aperti all’accoglienza di altri giovani – sarà il luogo dove il ritmo degli impegni troverà “casa” nel calore di relazioni autentiche da instaurare con altri coetanei, con amicizie nuove che favoriscano tempi e spazi per crescere nel rapporto con il Signore. Alla bellezza dello stare insieme non mancano le fatiche, ma la quotidianità condivisa è un invito a “diventare grandi”, prendendo seriamente il cammino di vita cristiano.
Sarà possibile partecipare scrivendo al Servizio per i Giovani e l’Università (giovani@diocesi.milano.it), indicando i propri riferimenti: nome, cognome, recapito telefonico. Occorrerà indicare anche la settimana prescelta, tra queste tre (dalle 18.30 della domenica, partecipando alla Messa nella Basilica di Sant’Eustorgio, alle 12 del sabato, pranzo escluso): 8-24 febbraio, 25 febbraio – 2 marzo, 3-9 marzo. Si alloggia in camere multiple con bagno in comune: i partecipanti devono portare da casa la federa per il cuscino, le lenzuola o il sacco a pelo, gli asciugamani, necessario per l’igiene personale e phon, il quaderno per gli appunti, la Bibbia.
«Le vite comuni in Quaresima – spiega don Marco Fusi, sacerdote responsabile dell’iniziativa – sono un’occasione per vivere un’esperienza di vita cristiana attraverso la preghiera comunitaria, con l’ascolto della Parola di Dio e la liturgia delle Ore, sperimentando il dono della fraternità: piccole comunità di giovani che condividono colazioni, cene e serate (supportandosi nei piccoli servizi di gestione della vita comune), portando avanti lo studio, il lavoro, le attività abituali, attraverso la carità che si esprime anzitutto come cura dei rapporti fraterni».