La loro stessa storia racconta la ricchezza e l’imprevedibilità delle strade vocazionali. Nel cammino della Diocesi ambrosiana, infatti, è una famiglia tutto sommato giovane, quella dei Fratelli oblati, il ramo laico della congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo. A istituire questa famiglia di consacrati laici fu infatti il cardinale Schuster nel 1932, ma già San Carlo Borromeo – che nel 1578 fondò la congregazione degli Oblati, un gruppo di sacerdoti che offrivano una speciale obbedienza al vescovo per i diversi compiti pastorali – aveva immaginato un gruppo di laici al servizio della diocesi, e in particolare dei più poveri.
Con lo stesso spirito di servizio, nel novantesimo anniversario della loro fondazione, i Fratelli oblati invitano ora tutti i giovani ambrosiani a una Veglia di preghiera per le vocazioni, giovedì 4 maggio alle 20.45, nella chiesa di Santa Maria dei miracoli presso San Celso a Milano, lo splendido santuario affacciato su corso Italia conosciuto anche come «la chiesa degli sposi», che dopo il matrimonio offrivano qui fiori alla Vergine, invocandone la benedizione.
Domande e testimonianze
A guidare la Veglia, che sarà presieduta dall’Arcivescovo (vedi qui la locandina), sarà la domanda che Gesù rivolge ai discepoli nel Vangelo di Giovanni, «Chi cercate?», a cui fa subito seguire l’invito «Venite e vedrete» a chi gli chiedeva: «Maestro, dove dimori?». La serata sarà scandita dall’adorazione eucaristica e da due testimonianze vocazionali offerte dalla Congregazione.
Anticipa qualche spunto fratel Michele Trabacchino, originario di Triuggio e fresco di professione perpetua negli Oblati. «La nostra vocazione – spiega pensando a tutti i suoi confratelli – è quella di essere amici dello Sposo e custodi della Sposa, dunque collaboratori della Chiesa». E infatti i Fratelli oblati, in speciale obbedienza al Vescovo, affiancano i sacerdoti nella vita pastorale, impegnati in parrocchia, in Curia, come insegnanti di religione, in Seminario o nelle cappellanie degli ospedali. Il secondo spunto parla invece a tutte le vocazioni: «Tutte le mattine possiamo chiederci: a chi appartiene il mio cuore?». Una domanda esigente, che fratel Michele trasforma in un invito a tutti i giovani. Perché, sintetizza, «la vocazione della nostra vita, per tutti, è quella di essere felici. E, dunque, la Veglia può diventare uno speciale momento di preghiera, in cui ciascuno può chiedere al Signore: cosa vuoi tu da me? Come posso essere felice? Indicami la strada».