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Sirio 16 - 22 dicembre 2024
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16 febbraio

In Duomo Scola ricorda don Giussani

A undici anni dalla morte e nel 34° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione (Cl), l’Arcivescovo presiederà una celebrazione eucaristica alle 21. Diretta tv e web

11 Febbraio 2016

A undici anni dalla morte del Servo di Dio monsignor Luigi Giussani, il fondatore della Fraternità di Comunione e Liberazione (Cl) scomparso a Milano il 22 febbraio 2005, e nel 34° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità, martedì 16 febbraio l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presiederà una celebrazione eucaristica in Duomo alle 21. Diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre) e www.chiesadimilano.it. Sintesi dell’omelia su Radio Marconi mercoledì 17 alle 18.40.

Il funerale di Giussani – nato il 15 ottobre 1922 a Desio (Monza Brianza) – fu presieduto in Duomo dal cardinale Dionigi Tettamanzi, allora Arcivescovo di Milano, e concelebrato dal cardinale Joseph Ratzinger (inviato personale di Giovanni Paolo II, che pronunciò l’omelia e che a distanza di poche settimane sarebbe diventato Papa), dal cardinale Angelo Scola (allora Patriarca di Venezia), da don Julián Carrón (successore di Giussani alla guida di Comunione e Liberazione), da numerosi vescovi e da molti altri sacerdoti. Don Giussani riposa in una Cappella posta in fondo al viale centrale del Cimitero Monumentale di Milano, anche per agevolare le numerose persone che ogni giorno si ritrovano a pregare e celebrare la Messa davanti alla sua tomba.

Lo scorso anno, in occasione del decennale della scomparsa di don Giussani (anniversario per il quale papa Francesco ricevette in udienza la Fraternità), nella celebrazione eucaristica presieduta in Duomo l’Arcivescovo lo ricordò come «testimone di una vita più ricca di fede»: «Più fede per vivere gli affetti, il lavoro, il riposo, il dolore nostro e dei nostri cari, la morte; più fede per affrontare il male che compiamo e chiederne perdono; più fede per educare i nostri figli e perché i nostri figli scoprano la convenienza di lasciarsi educare; per contribuire all’edificazione di una vita buona nella società plurale in un tempo in cui uomini e donne – e tra loro tanti cristiani – vengono trucidati, cacciati dalle loro terre e dalle loro case, costretti a una tragica emigrazione; per accettare, Dio non voglia, la possibilità di un nuovo martirio di sangue dei cristiani in Europa». E ne richiamò il «carisma cattolico, cioè universale, e fortemente ambrosiano, perché la Chiesa universale precede, ma si realizza nelle Chiesa particolare».

Come a Milano, in questi giorni si tengono celebrazioni di Cl in tutto il mondo (l’elenco è su www.clonline.org).