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27 ottobre

In Duomo Boutros Raï
incontra preti e laici ambrosiani

Per il ciclo «Evangelizzare la metropoli» doppio appuntamento al mattino e alla sera (diretta tv e web, differita radio) con Sua Beatitudine, Patriarca dei Maroniti in Libano, terra visitata recentemente dal cardinale Scola

di Luisa BOVE

20 Settembre 2015
Lebanon, 19 August 2012

H.B. Mar Bechara Boutros Rai, Patriarch of Antioch and all the East for the Maronites



 *** Local Caption *** ACN NEWS 21.08.2012

Riprende il ciclo di incontri «Evangelizzare la metropoli» voluto dal cardinale Angelo Scola come occasione di testimonianza, confronto e annuncio alla Chiesa ambrosiana. Dopo aver ospitato quattro Cardinali provenienti da grandi città – Schönborn (Vienna), Tagle (Manila), O’Malley (Boston) e Onaiyekan (Abuja) – martedì 27 ottobre sarà la volta di Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, Patriarca dei Maroniti in Libano.

Nel giugno scorso l’Arcivescovo si era recato in visita in quella terra martoriata, toccando con mano le difficoltà della Chiesa cristiana in Medio Oriente. Sua Beatitudine Boutros Raï è ora atteso in Duomo, dove alle 10 incontrerà i preti e i diaconi permanenti, che al termine della sua testimonianza potranno intervenire ponendogli domande. La sera alle 21 è in programma il secondo incontro, alla presenza di un intervistatore, aperto invece ai fedeli laici della Diocesi, in particolare ai membri dei Consigli pastorali e a tutti i collaboratori dell’azione pastorale: diretta su Chiesa tv (canale 195 del digitale terrestre) e www.chiesadimilano.it; Radio Mater manderà in onda la differita dell’incontro giovedì 29 ottobre alle 9.30.

Nei due appuntamenti Sua Beatitudine descriverà innanzitutto la realtà della sua Chiesa, a partire da alcuni aspetti demografici, storici e pastorali, fino a presentare le sfide che oggi i cristiani libanesi si trovano ad affrontare. Sarà interessante ascoltare la testimonianza del Patriarca che guida il suo popolo in un contesto di scontri e attentati che hanno già seminato morte e distruzione. Come imparare il vostro coraggio, la vostra tenacia nell’annuncio della fede? Come contagiare un Occidente affaticato e ripiegato con la vitalità delle vostre comunità? Quali scelte di evangelizzazione? In un contesto culturale in cui il cristianesimo può diventare una realtà perseguitata, come aiutare i cristiani a non rimanere inerti e rinchiusi nella paura? Queste e altre ancora sono le domande cui tenterà di rispondere Sua Beatitudine Boutros Raï con il suo intervento in Cattedrale.

L’Arcivescovo Scola guarda con ammirazione a questa Chiesa sorella. Si legge infatti nella sua nuova Lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo: «Voglio sottolineare la fede profonda di quei nostri fratelli e sorelle cristiani, sottoposti a prove per noi inimmaginabili: non solo taluni hanno perso la vita e moltissimi i beni essenziali, ma tutti vivono nell’incertezza più radicale circa il loro futuro. Ciò nonostante sono assidui nella preghiera e nella condivisione reciproca». Il popolo libanese, attraverso le parole del Patriarca Maronita, avrà senz’altro molto da dire e da insegnare alla nostra Chiesa ambrosiana dove spesso i credenti faticano a testimoniare la loro fede con coraggioso e coerenza negli ambienti in cui vivono tutti i giorni.

«Le religioni non dividono»

Dopo gli Arcivescovi di Vienna, Manila, Boston e Abuja, a raccontare il proprio Paese e la Chiesa dove vive sarà dunque il Patriarca di Antiochia dei Maroniti in Libano, Sua Beatitudine il cardinale Béchara Boutros Raï. Sessantacinque anni, dal 2011 Patriarca dei Maroniti, elevato alla dignità cardinalizia da Benedetto XVI il 24 novembre 2012, amico personale del cardinale Scola, è presidente della Conferenza episcopale libanese e del Consiglio dei Patriarchi cattolici di Oriente. A Milano porterà la sua esperienza di testimone diretto della sofferenza della Chiesa in terre tribolate e segnate dal martirio come il Libano e il Medio Oriente. «Milano sta giocando un ruolo importante per il dialogo interreligioso e l’incontro delle culture di cui il mondo ha bisogno - ha detto recentemente -. Oggi si parla tanto, purtroppo, dello scontro tra fedi. Noi vogliamo indicare, invece, la convivialità, il confronto tra i credi e le civilizzazioni, altrimenti non ci sarà pace sul pianeta. Proprio perché le vere religioni non sono fattori di divisione, ma di portatrici di valori spirituali e autenticamente umani. È, semmai, la politica che nega tali valori. In Medio Oriente stiamo assistendo a questo».  (Am.B.)