«I cristiani hanno imparato da Gesù a non amare i segni del potere, ma ad amare il potere dei segni». Sceglie questa frase di don Tonino Bello, don Vittorio De Paoli, parroco della chiesa di San Giuseppe della Pace a Milano, Decano del Sempione e assistente nazionale dell’Apostolato della Madonna di Fatima, per spiegare l’importanza della presenza a Milano – nella sua parrocchia (in via Piero della Francesca), da oggi al 19 maggio – dell’immagine della Madonna pellegrina proveniente direttamente dal Santuario portoghese, in occasione dell’anniversario dell’apparizione della Vergine, avvenuta il 13 maggio 1917.
La processione mariana è diventata ormai un appuntamento consueto in città e sarà il centro anche delle celebrazioni di quest’anno in di San Giuseppe della Pace. L’appuntamento si rinnoverà lunedì 13 maggio, con la messa presieduta dall’Arcivescovo alle 18.30 e quindi con la processione aux flambeaux guidata sempre da monsignor Delpini alle 20.45, in cui la statua percorrerà le vie del quartiere. Sarà questo il centro di una settimana di iniziative, aperta oggi con l’accoglienza in parrocchia della Madonna e la Messa per gli anziani e gli ammalati alle 16. La settimana sarà poi scandita dall’adorazione eucaristica, il martedì e il giovedì alle 20.45, e dalla Messa con le preghiere di liberazione e di guarigione venerdì 17 maggio, fino al saluto alla Madonna al termine della Messa delle 11.30 di domenica prossima (info sulle celebrazioni: tel. 02.314101; cell. 334.2404729).
«La Madonna attirerà tanta gente, disporrà il loro cuore all’ascolto delle parole di Gesù. La sua immagine ci ricorda la sua fede, il suo ascolto, la sua obbedienza a Dio, e i messaggi che il Cielo, attraverso Maria, ha lasciato alla Chiesa a Fatima. Questo segno diventa dunque un’occasione di evangelizzazione e di preghiera» sottolinea don De Paoli, che ricorda le parole al centro del messaggio consegnato dalla Vergine a Fatima: «Pregate, convertitevi, fate penitenza, aiutatemi a salvare le anime, affidatevi al mio cuore». Parole in cui Giovanni Paolo II vedeva un riassunto prezioso del Vangelo per l’uomo di oggi.
La processione diventa dunque un gesto di fede concreto. «La statua della Madonna pellegrina è un segno, e nella sua origine greca la parola segno (semeion) vuol dire anche orma, impronta, traccia: indica quindi un cammino, seguendo Maria, verso il Signore. È quello che faremo anche noi lunedì – spiega De Paoli – uscendo dalla chiesa e camminando per le vie del quartiere, insieme a migliaia di persone. Un modo anche per testimoniare la fede in un quartiere popoloso e benestante di Milano».
Accanto alle intenzioni di preghiera di ciascuno ci saranno quelle indicate da papa Francesco, che – spiega don De Paoli – ha chiesto di pregare in particolare per la santificazione dei preti e per le vocazioni, per le famiglie e per i giovani.
Per i fedeli della parrocchia di San Giuseppe questa settimana mariana chiude idealmente un anno dedicato a riflettere sulla chiamata di tutti alla santità, attraverso la lettura dell’esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exultate e l’esempio di alcune figure di santi, tra cui anche i pastorelli di Fatima. Un percorso che per i giovani guidati da don Vittorio si è arricchito di alcuni incontri: in udienza privata a Roma con papa Francesco e pochi giorni fa al Sermig con Ernesto Olivero, ma anche quello con 400 clochards, a cui i giovani il 7 aprile scorso hanno preparato e servito il pranzo proprio nella chiesa di via Piero della Francesca, dopo la celebrazione dell’Eucarestia. «I giovani – spiega don De Paoli – hanno conosciuto l’esempio positivo di uomini e donne cristiane, un esempio che è di aiuto in questo mondo di tanti troppi “modelli” negativi».
Anche questi, dunque, segni per gli uomini di oggi, come la Madonna pellegrina che domani sera attraverserà le vie di Milano.