La Quaresima che è sempre un «tempo di grazia», ma che «quest’anno è tempo di strazio, nel quale siamo angosciati per quello che sta succedendo in Ucraina. Angosciati perché, pur dovendo confessare che abbiamo dimenticato molte guerre, questa è così vicina».
Si apre – e non poteva essere altrimenti – con un riferimento ai fatti tragici di questi giorni, la riflessione dell’Arcivescovo che in Duomo presiede la Messa nella prima domenica di Quaresima con il rito dell’imposizione delle Ceneri, concelebrata dai Canonici del Capitolo metropolitano, in una Cattedrale che finalmente ritrova la sua fisionomia consueta, con tanti fedeli, tra cui i membri di Confraternite e Ordini cavallereschi.
L’omelia dell’Arcivescovo
«Noi non possiamo sfuggire al tempo, ma possiamo deciderne la qualità attraverso la libertà. Decidete oggi chi volete servire. Si deve dire sì o no», ha proseguito l’Arcivescovo, richiamando la pagina del Vangelo di Matteo appena proclamata dal diacono, dove proprio l’astuzia del diavolo nel deserto «con la sua tentazione» mette in evidenza la radicalità dell’alternativa. Evidente il messaggio per l’oggi: «L’abilità del tentatore, infatti, consiste nel favorire la confusione e creare la zona grigia in cui ci si arrende alla mediocrità considerandola una sorta di normalità».
Una libertà, quindi, che comporta anche lottare, ma perché dobbiamo reagire a tutto ciò che non viene dal Signore. «La Quaresima è il tempo della lotta: la vita non ci lascia tranquilli, la tentazione non ci lascia tranquilli, la sequela di Gesù non è un percorso facile e garantito, libero da imprevisti, da tribolazioni e contrasti. Il discepolo non si stupisce se, per perseverare nella fede e nella vita della comunità, deve lottare».
Ma la Quaresima è anche «il tempo della fierezza, quella stima di sé che non è presunzione illusoria, ingenua, antipatica di chi si attribuisce tanti successi», come testimonia la corsa di Paolo nella Lettera ai Corinzi. «Paolo corre e ha una mèta perché, credendo in Dio, crede in se stesso».
«La quaresima è tempo di conversione», infine, come scrive papa Francesco nel suo Messaggio. «In questo tempo di strazio e di guerra non stanchiamoci di fare il bene, nella situazione drammatica che l’Europa sta vivendo per le conseguenze di morte, di povertà, di scoraggiamento e angoscia che vivono tanti fratelli e sorelle, possiamo iniziare la quaresima come tempo in cui scegliere il bene; tempo di lotta in cui siamo determinati a non arrenderci; tempo di fierezza perché possiamo vincere; tempo di conversione, perché si possiamo tornare all’essenziale, invocando dal Signore la grazia che si convertano i cuori di coloro che odiano, che opprimono, che non hanno rispetto della vita e della storia, della cultura e della fragilità».
Infine, dopo la benedizione, il rito dell’imposizione delle Ceneri che il penitenziere maggiore della Cattedrale, monsignor Fausto Gilardi, compie sul capo dell’Arcivescovo il quale, a sua volta, impone le ceneri ai Canonici – che, poi, le portano ai fedeli -, ai diaconi e ai seminaristi.