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L’Arcivescovo in Perù

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Perù/8

Il racconto di padre De Censi: sulle orme di Gesù, verità e bontà

Nella chiesa di Chacas la delegazione ambrosiana ha assistito alla messa in scena di un testo del Salesiano fondatore dell’Operazione Mato Grosso, curata da ragazzi e ragazze delle case di Don Bosco: la ricerca di Dio in un mondo dominato da egoismo e solitudine

di ROSAMARIA

24 Luglio 2024
Un momento della rappresentazione

Nella notte tra il 22 e il 23 luglio, nella chiesa di Chacas, ragazzi e ragazze delle case di Don Bosco hanno rappresentato un racconto scritto da padre Ugo De Censi (fondatore dell’Operazione Mato Grosso) per dare il benvenuto a monsignor Delpini e raccontare lo spirito dell’Operazione. La chiesa ospita il retablo, un antico altare coloniale restaurato negli anni Novanta dagli artigiani dei laboratori Don Bosco: accoglie la statua di Mama Ashu, tanto cara a tutti i chacasini e dal 2018 ai suoi piedi custodisce le spoglie di padre Ugo.

Alle 20 tutta la comunità di Chacas si è riunita: la chiesa era gremita di persone in un clima di raccoglimento e silenzio. Il parroco, padre Luca Bergamaschi, ha introdotto il momento con una preghiera e alcuni canti. Ha sottolineato come il racconto rispecchia l’animo di padre Ugo: il suo grande desiderio di cercare il Signore e il dolore di vedere l’indifferenza in un mondo che si è allontanato da Dio, trascinato dall’egoismo, dall’esasperazione tecnologica, dalla superficialità, dalla solitudine…

Si legge nel racconto: «In un bellissimo castello viveva un padre con i suoi figli, tutti adottivi. Tra loro c’era chi giocava a fare la guerra, chi all’amore, chi rincorreva un pallone, chi scalava una roccia, chi cantava e beveva, chi esagerava, chi recitava la parte dell’uomo di successo e inseguiva i soldi… Uno di loro entra in casa al tramonto per aiutare il papà a preparare la cena e si accorge che il papà non c’è. Lo cerca disperato e lo chiama a gran voce. Ma il papà non risponde. Prova ad avvisare i fratelli, ma sono tutti intenti a giocare e non gli fanno caso. Nessuno gli presta attenzione. Sconsolato, accende una candela e decide di andare a cercarlo da solo.

Nella notte dell’attesa gli si avvicinano delle persone, anche loro con una candela accesa, ognuno con un gran vuoto interiore e numerose domande sulla profondità della vita.
“Chi può consolare le mie paure?”.
“A chi appartiene la mia anima?”.
“Dov’è la fonte della gioia?”.
“Chi aspetterò ogni giorno?”.
“Quale luce illuminerà la mia notte?”.

Compare un Bambino, vestito con una tunica bianca: “Cercate vostro Padre, io so dov’è… SEGUITEMI!”.
Mentre avvisava i suoi fratelli nel castello e le persone che gli si erano avvicinate nella notte, il Bambino scompare. Ma di lui sono rimaste le impronte: VERITÀ e BONTÀ.
Questo è il cammino per cercare il Padre».

Per tutti noi volontari dell’Operazione Mato Grosso, questo racconto è significativo: anche nelle notti più buie padre Ugo ha sempre cercato il Signore chiamandolo fino all’ultimo respiro, invitando tutti noi a seguire insieme a lui le orme di Gesù, verità e bontà.