«Mai più la guerra! Lo ripetiamo oggi davanti a ciò che accade in Ucraina, e proteggiamo il sogno di pace della gente, il sacro diritto dei popoli alla pace». Ricevendo in udienza i volontari del Servizio nazionale di protezione civile, il Papa ha preso in prestito le parole pronunciate da Paolo VI all’Onu, e ha affermato che «ogni guerra segna una resa nei confronti della capacità umana di proteggere. Una smentita di ciò che sta scritto nei solenni impegni delle Nazioni Unite».
«La prima protezione di cui abbiamo bisogno è quella che ci preserva dall’isolamento sociale – ha spiegato Francesco -. È un modo molto importante di dare voce alla speranza. Davvero non ci si salva da soli. Abbiamo bisogno di capire e di vedere che la nostra vita dipende da quella degli altri e che il bene è contagioso. Farsi prossimo dei fratelli ci rende migliori, più disponibili e solidali. E nello stesso tempo la nostra società diventa un po’ più vivibile».
«Nella misura in cui questi atteggiamenti crescono e si connettono in uno stile di cittadinanza solidale, allora davvero costruiscono una “protezione civile”», la tesi del Papa, secondo il quale «le emergenze di questi anni, legate all’accoglienza dei profughi che fuggono da guerre o da cambiamenti climatici, ricordano quanto sia importante incontrare qualcuno che tende la mano, che offre un sorriso, che spende tempo in modo gratuito, che fa sentire a casa».
Francesco ha inoltre ringraziato i presenti per «quanto bene avete fatto durante la recente pandemia, soprattutto nelle sue fasi più acute»: «Vi siete resi disponibili per aiutare le famiglie più fragili; avete svolto servizi di accompagnamento e sicurezza verso anziani e persone vulnerabili; avete assistito tanti che erano malati, poveri o soli a casa. Avete sostenuto la campagna di vaccinazione con competenza e gratuità attraverso l’azione di volontari».
«Ugualmente non è mancato il vostro impegno per l’assistenza umanitaria e l’accoglienza in Italia dei profughi provenienti dall’Ucraina, specialmente donne e bambini fuggiti da questa guerra assurda – l’omaggio riguardo al conflitto in atto -. Grazie per quello che avete fatto e che continuate a fare nel silenzio. Il bene non fa rumore ma costruisce il mondo».