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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Caravaggio

Il Papa ai preti anziani e malati: «Da voi la linfa per fiorire nella vita cristiana»

«Vivete la vecchiaia e la malattia come un privilegio», ha scritto il Pontefice ai sacerdoti presenti alla Giornata di fraternità con i Vescovi lombardi e alla Messa presieduta dall'Arcivescovo: «Essere il saluto della gioia, questa la missione del prete in ogni condizione di salute e in ogni età», ha sottolineato monsignor Delpini nell'omelia. Al termine della sessione Cel un messaggio dei Vescovi ai fedeli

16 Settembre 2021

«State vivendo una stagione, la vecchiaia, che non è una malattia, ma un privilegio»: lo scrive papa Francesco nel messaggio ai sacerdoti lombardi anziani e malati riuniti oggi a Caravaggio per la Giornata di fraternità con i Vescovi della regione (in allegato il testo integrale).

Il Pontefice fa riferimento a Simeone e ad Anna: «Proprio quando sono anziani il Vangelo entra pienamente nella loro vita e, prendendo fra le braccia Gesù, annunciano a tutti la rivoluzione della tenerezza». Anche chi è malato «vive un privilegio: quello di assomigliare a Gesù che soffre e portare la croce proprio come Lui». E la comunità che se ne prende cura «è ben radicata su Gesù».

Poi il Santo Padre precisa: i sacerdoti anziani e malati sono «protagonisti attivi nelle comunità», «portatori di sogni carichi cli memoria e per questo importantissimi per le giovani generazioni». E sottolinea: «Da voi viene la linfa per fiorire nella vita cristiana e nel ministero».

Infine, una conclusione scherzosa: «Vi chiedo, per favore, di pregare per me che sono un po’ anziano e un po’ malato ma non tanto!».

La Giornata di Caravaggio si è svolta in occasione del consueto incontro della Conferenza episcopale lombarda ed è stata promossa da Unitalsi Lombarda e Cel, con la collaborazione organizzativa della Fondazione Opera Aiuto Fraterno. Dopo l’accoglienza e la preparazione alla liturgia, la processione dei sacerdoti presenti ha introdotto alla celebrazione eucaristica nel Santuario di Santa Maria del Fonte, presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e dagli altri Vescovi lombardi. Su espressa indicazione di monsignor Delpini, la memoria nella preghiera è stata rivolta a tutti i sacerdoti lombardi vittime della pandemia: su quasi 300 presbiteri morti in Italia, ben 92 erano originari della nostra regione.

L’omelia dell’Arcivescovo (in allegato) è ruotata attorno al concetto di «saluto». Quello di Maria a Elisabetta («una rivelazione che ha riempito di gioia la sua casa») e quello con cui sempre lei realizza la sua missione nella casa di Zaccaria. «Anche per un prete, anche per un uomo e una donna che vogliono vivere la loro missione di annunciare il Vangelo, questo è una strada irrinunciabile», ha rilevato monsignor Delpini. Una missione «irrinunciabile e praticabile in ogni condizione di salute, in ogni età».

Sempre facendo riferimento al saluto di Maria a Elisabetta, «accolto con stupore» da quest’ultima, l’Arcivescovo ha aggiunto che nella missione di un prete «il saluto dello stupore è l’atteggiamento dell’umiltà di chi si fa servo, invece di pretendere di essere servito», «di un uomo lieto, mentre avrebbe buone ragioni per essere triste per le sue tribolazioni», «di un uomo che parla di Dio e canta il magnificat, invece che lamentarsi del mondo», «di un uomo che si interessa degli altri, invece che essere ripiegato su di sé», «di un uomo che guarda al futuro pieno di speranza», invece che temerlo «come una minaccia».

Ma soprattutto «un prete può avere la missione di “essere il saluto della gioia”», proprio di chi «crede nell’adempimento della parola del Signore», «riconosce nelle condizioni in cui si trova una occasione per dire il Vangelo», «dà testimonianza di come sia bello e lieto essere dentro una comunità, costruire e gioire della fraternità», «accoglie la rivelazione di Gesù e si sente dire: queste cose ti ho detto perché la mia gioia sia in te e la tua gioia sia piena».

Al termine della Messa il pranzo comunitario presso il Centro di spiritualità. 

 

Dai Vescovi lombardi «una parola di gioia e speranza»

Al termine della sessione di lavoro della Cel svoltasi a Caravaggio mercoledì 15 e giovedì 16 settembre, i Vescovi delle 10 diocesi lombarde hanno indirizzato ai fedeli della regione questo messaggio:

«Fratelli e sorelle delle Chiese di Lombardia,
noi vescovi riuniti in preghiera attorno a Maria a Caravaggio vogliamo portarvi una parola di gioia e di speranza in questo tempo in cui risuonano ancora troppe parole vuote e tristi.
Insieme con i preti anziani e malati convocati da Unitalsi per la preghiera di oggi abbiamo raccolto la testimonianza di Maria che, entrata nella casa di Zaccaria e di Elisabetta, la riempie di gioia e di stupore con il suo saluto. Raccomandiamo di essere anche noi tutti “un saluto di stupore e di gioia”. Ecco: essere un saluto!
Con questo animo assumiamo le indicazioni del nostro Osservatorio Giuridico Legislativo Regionale sulle attenzioni da avere in questo tempo. Quello che vogliamo è che nessuno sia un pericolo per le persone fragili negli ambienti ecclesiali, anzi dobbiamo essere fonte di gioia per esprimere tutta la gioia che Maria canta nel Magnificat.
In questa sessione autunnale della nostra Conferenza Episcopale Regionale abbiamo, fra l’altro, approfondito la conoscenza del libro VI del Codice di Diritto Canonico recentemente riformato da Papa Francesco, la proposta di un incontro dei Vescovi con i rappresentanti dei giovani di Lombardia che vivremo il 6 novembre in Duomo a Milano e le prospettive e le problematiche dei nostri Seminari».

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