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Percorsi ecclesiali

Messale Ambrosiano, seconda edizione

Sirio 16 - 22 dicembre 2024
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Intervista

«Il nuovo Messale recepisce la nuova struttura dell’anno liturgico»

Una revisione dovuta all’introduzione dei tempi dopo l’Epifania e dopo Pentecoste: così spiega monsignor Claudio Magnoli, segretario della Congregazione del Rito ambrosiano, che illustra anche gli inserimenti dei santi e beati più recenti e le novità introdotte anche nel lessico

di Annamaria BRACCINI

13 Novembre 2024
Messale

Tra le novità principali della seconda edizione del Messale ambrosiano vi è anzitutto quella che monsignor Claudio Magnoli, segretario della Congregazione del Rito ambrosiano, definisce la «stabilizzazione della nuova struttura dell’Anno liturgico, in fedeltà con quanto avvenuto con il Lezionario del 2008». E questo «anzitutto in quanto la struttura generale dell’Anno liturgico ha introdotto il tempo dopo l’Epifania e quello dopo Pentecoste in sostituzione del tempo ordinario. Questo ha fatto sì che il Messale dovesse essere riordinato in riferimento a tale revisione», spiega il liturgista in questo giro di orizzonte sui punti-cardine che qualificano la nuova edizione.

Una seconda ragione è la necessaria nuova articolazione del Calendario dei Santi?
Come il Lezionario del 2010 è stato revisionato secondo tre cerchi concentrici – i santi che sono di tutti gli ambrosiani, quelli propri della Diocesi e alcuni santi specifici per la città di Milano, dove vi sono le grandi basiliche con le reliquie -, così anche nel Messale è confluita tale distinzione, che permette di evidenziare meglio la specifica dimensione ambrosiana. 

È stato necessario inserire tutti coloro che sono divenuti santi e beati in questi anni…
Ovviamente questa è la conseguenza pratica dell’arricchimento, dagli anni Settanta del secolo scorso in poi, del santorale con la creazione di tanti nuovi santi e beati, anche recentissimamente. Pensiamo al beato Acutis o ad Armida Barelli e a don Mario Ciceri, solo per citare gli ultimi in ordine cronologico. Il Messale recepisce i formulari per celebrarli adeguatamente.

Si è trattato di mettere mano anche a una revisione linguistica di espressioni ritenute poco felici dal punto di vista comunicativo e faticose per la sensibilità attuale…
Non abbiamo ritradotto tutti i testi, ma, valorizzando l’originale latino e ascoltando anche le segnalazioni critiche pervenuteci da sacerdoti e laici, si sono operati dei cambiamenti, tra cui uno sulla nota orazione ultima della Messa del 1° gennaio, dove l’espressione «non indulgere alle orge sfrenate del demonio» è stata sostituita con una più aderente al latino e anche più espressiva: «Non avere parte alcuna con il Maligno». Inoltre si sono recepite anche le formulazioni aggiornate nel Messale romano all’interno del Rito della Messa, come per il Gloria, il Padre Nostro, alcune preghiere eucaristiche...

Si parla anche di benedizione dei ministri straordinari in parallelo con quanto già avviene per i lettori. Cosa significa?
È un elemento già presente dal 2020, ma che adesso andiamo evidenziando. Nella tradizione ambrosiana i lettori e le lettrici ricevono la benedizione prima dell’esercizio del loro ministero. In parallelo ora la benedizione viene estesa ai ministri straordinari della comunione eucaristica.

Perché si è reso necessario anche un intervento chiarificatore nella liturgia della Veglia pasquale?
La Veglia pasquale era già ben strutturata nella prima edizione, ma vi era bisogno di ulteriori indicazioni su come eseguire alcune sue parti. In particolare abbiamo posto attenzione al Preconio pasquale che diventa eseguibile anche da cantori laici. Inoltre nel Preconio stesso abbiamo agito verso la fine introducendo qualche elemento per una migliore sistemazione del testo.