Il Fondo Famiglia-Lavoro ha sfiorato i 14 milioni di euro (per la precisione 13.967.377 euro), quasi tutti già erogati. Ma la raccolta non si è mai fermata. Nel dicembre scorso il cardinale Angelo Scola, riconoscendo il merito di questa operazione, aveva annunciato che la Chiesa milanese avrebbe elaborato «nuove linee per dare continuità e sviluppo all’importante progetto». In occasione della Quaresima l’Arcivescovo ha voluto rilanciare la proposta invitando gli ambrosiani a devolvere il frutto delle loro rinunce, a cominciare dal digiuno quaresimale.
«Si tratta ora di fare un salto di qualità rispetto alla prima fase», dice Luciano Gualzetti, segretario generale del Fondo Famiglia-Lavoro e vicedirettore della Caritas Ambrosiana, «occorre mettere in condizione le persone di trovare nuovi posti di occupazione».
«L’attenzione alle famiglie, là dove non è possibile fare altro, si conferma con l’erogazione a fondo perduto, come già si faceva prima, ma ora vorremmo spingere le persone al reinserimento lavorativo attraverso una riqualificazione». L’idea quindi è di puntare sulla formazione. «Sceglieremo gli strumenti da adottare e organizzeremo corsi in ogni zona pastorale raccogliendo le domande di lavoro che oggettivamente ci sono», dice Gualzetti, «quindi accompagneremo le persone che hanno perso il lavoro offrendo percorsi formativi».
Le intercettazioni sul territorio avverranno attraverso i canali già attivati, a cominciare dai centri di ascolto Caritas ai Circoli Acli.
Un’altra modalità di sostegno potrebbe essere quella del microcredito, «ma non vogliamo riprodurre iniziative che già esistono (“Prestito della speranza”, di Fondazione San Bernardino, Fondazione San Carlo, Banca Etica o della stessa Caritas Ambrosiana). Vogliamo fare una proposta diocesana, non solo per la città di Milano, che dia una risposta più mirata alle persone che hanno perso il lavoro a breve termine, focalizzandoci quindi sulla crisi. Alcune forme di microcredito infatti rispondono ad altri problemi, come l’indebitamento o le difficoltà economiche».
«Infine», conclude Gualzetti, «stiamo pensando a forme di mutualità dove siano coinvolte singole persone, ma soprattutto famiglie e imprese che hanno risorse e si impegnerebbero a contribuire a un fondo per aiutare coloro che in questo momento hanno più bisogno. I criteri e le modalità di accesso sono ancora allo studio».
Per contribuire: Arcidiocesi di Milano presso l’Agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano, Iban IT 03Z0351201602000000002405 causale “Fondo Famiglia-Lavoro” oppure c/c postale n. 312272 intestato a: Arcidiocesi di Milano causale “Fondo Famiglia-Lavoro”.