«Sono stata a lungo in un bozzolo dove c’era buio, ho vissuto una trasformazione, sono rinata più libera e vera. Amo vivere e non ho paura di usare le ali che il Signore mi ha donato» (Monia).
Geraldine Mossière, antropologa, afferma con molta chiarezza: «Le conversioni contemporanee rimettono in questione il paradigma della secolarizzazione di alcune società moderne». Una cultura secolarizzata non è in se stessa estranea o ostile al Vangelo. La testimonianza ci viene dal desiderio e dalla disponibilità espressa da molti uomini e donne come Monia, che anche nella nostra Chiesa diocesana ogni anno chiedono di diventare cristiani.
Il cammino di conversione di un catecumeno interpella profondamente la comunità cristiana, suscita motivi di ringraziamento al Signore, fa sperimentare la stessa gioia che possono provare una madre e un padre quando nasce un figlio. Possiamo dire che ogni anno la nostra Chiesa si arricchisce di nuovi figli. Inoltre un tale evento è motivo di rinnovamento per una comunità che riconosce la potenza dello Spirito, che sperimenta di essere una Chiesa dalle e per le genti, una Chiesa accogliente che genera nella fede e nello stesso tempo rigenera se stessa allargando i confini della testimonianza del Vangelo.
I catecumeni non sono un “incidente di percorso” nella vita ordinaria delle nostre comunità, ma al contrario sono un dono prezioso, una grazia speciale che può stimolare la coscienza missionaria di molti. È una fortuna grande poter accompagnare dei “comincianti” nella fede perché è la grazia di poter ricominciare e rinnovare una comunità. Si tratta di lasciarsi “disturbare”, di lasciarsi “cambiare” dall’arrivo di un nuovo credente. La conversione di una singola persona chiede in qualche modo una conversione alla comunità che accoglie. Chi inizia il cammino credente stimola un continuo itinerario di conversione permanente per i già battezzati.
Parlando del cammino dei catecumeni nella comunità cristiana Sant’Agostino usa un paragone molto efficace: «Non è vero che quando mostriamo a qualcuno il panorama di una città o di un paesaggio, che a noi è abituale e non ci impressiona più, è come se lo vedessimo per la prima volta anche noi? E ciò tanto più quanto siamo amici; perché l’amicizia ci fa sentire dal di dentro quel che provano i nostri amici».
Anche in questo anno abbiamo un folto gruppo di catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana durante il periodo pasquale. Sono 115 i catecumeni che riceveranno i sacramenti: 75 provengono dall’Europa, 17 dall’America, 11 dall’Asia, 12 dall’Africa. Gli italiani sono 41. Ben 74 catecumeni sono giovani sotto i trentacinque anni.
Per coloro che hanno compiuto il percorso e sono prossimi a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, sabato 13 aprile sono in programma un ritiro spirituale e l’incontro con l’Arcivescovo (alle 17.30 nella chiesa di Sant’Antonio Abate) e poi la partecipazione in Duomo alla veglia in Traditione Symboli insieme ai giovani della Diocesi.