L’educazione alla pace come responsabilità e compito affidati dall’Arcivescovo alle Scuole di formazione socio-politica e per questo citate espressamente nella Proposta pastorale Viviamo di una vita ricevuta. «Con il precipitare della crisi in Medio Oriente e il protrarsi della guerra in Ucraina, insieme ai diversi focolai di conflitto in tutto il mondo, i nostri uffici sono chiamati a impegnarsi maggiormente per promuovere momenti di riflessione, formazione e preghiera. Desideriamo essere “artigiani della pace” e contribuire alla costruzione di una società fondata sui rapporti di fratellanza», conferma don Nazario Costante, responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro.
Cosa rappresentano le Scuole nella storia della nostra Chiesa?
Questo percorso ha una lunga tradizione nella nostra Diocesi e si rinnova ogni anno nei contenuti e nella forma. Le Scuole di formazione mirano a sensibilizzare e formare i partecipanti, promuovendo la crescita di persone pronte a servire responsabilmente la comunità civile attraverso l’impegno politico, l’amministrazione locale, il volontariato o l’animazione ecclesiale sui temi socio-politici. Il nostro obiettivo è promuovere percorsi di pace e alimentare una cultura della cura, affrontando la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro che spesso prevale oggi, e favorendo processi di solidarietà. Durante il prossimo Avvento, nelle diverse zone della nostra Diocesi, vivremo momenti di spiritualità per gli impegnati nelle realtà sociali e politiche, guidati dalla figura di Nicodemo e mediteremo sul tema della “rigenerazione” come nuova nascita in Cristo, ma anche nella sua dimensione sociale e comunitaria.
Sono già stati scelti i temi su cui si rifletterà?
Vivremo il percorso sociopolitico preparandoci alla Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024 e che avrà come tema la partecipazione “al cuore della democrazia”. Questo periodo ci offre opportunità e rischi. La democrazia, in diverse parti del mondo, si trova infatti ad affrontare grandi sfide sia riguardo alla solidità delle istituzioni, sia per quanto riguarda l’effettiva partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Occorre andare oltre gli individualismi di parte, superando la crescente frammentazione sociale. La nostra democrazia ha bisogno di uomini e donne responsabili, competenti e coraggiosi, capaci di coltivare e diffondere quella che Francesco chiama «amicizia sociale». Su questo avremo il primo incontro di apertura sabato 28 ottobre, alle 9.30, presso la sede di Caritas Ambrosiana (via San Bernardino 4), per una mattinata di approfondimento e condivisione.
Chi potrà partecipare?
L’incontro sarà aperto a tutte le realtà dei nostri territori e a tutte le persone che condividono il desiderio di prendere parte attivamente alla costruzione di una società più giusta e solidale. Ritengo che il tema della partecipazione rivesta un particolare significato in questo 2023, nel quale stiamo celebrando i 75 anni della nostra Carta costituzionale, in un momento in cui la partecipazione alla vita democratica, paradossalmente, sembra assai più timida di allora. Dobbiamo agire come veri protagonisti del cambiamento, affrontando le complesse sfide di oggi attraverso l’ascolto reciproco e uno stile di fraternità e testimoniando, così nella società, il nostro impegno per il bene comune.