In un ex magazzino, nella zona industriale di Verona, si apre ora uno spazio che darà ricovero a 65 uomini, di cui 50 in convenzione con i servizi sociali, grazie all’impegno di una quarantina di volontari.
“L’augurio è che chi ha bisogno venga qui, ma non ci resti per sempre. Lo stimolo di questo luogo è il recupero di sé stessi, per trovare la forza di portare avanti il progetto che Dio ha per ciascuno di noi. Per questo è ben scelto il nome della casa, Il Samaritano, un segno che la Cei lascia a Verona ma che si deve soprattutto agli italiani, che sottoscrivono l’8 per mille”.
Così il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, questa mattina all’inaugurazione della casa di accoglienza “Il Samaritano”, nel contesto del IV Convegno ecclesiale nazionale. “La Cei ha colto un’esigenza sociale della città e ci ha permesso di fare di questa struttura una cosa bella, ben fatta – aggiunge il vescovo mons. Flavio Carraro – perché la carità agli ultimi deve sempre tutelare la dignità di persona”.
“L’emergenza dei senza fissa dimora è sentita in modo crescente e – spiega don Maurizio Guarise, direttore della Caritas diocesana – èimportante che chi verrà qui si senta non solo accolto, ma anche accompagnato”. In un ex magazzino, nella zona industriale di Verona, si apre ora uno spazio che darà ricovero a 65 uomini, di cui 50 in convenzione con i servizi sociali, grazie all’impegno di una quarantina di volontari.