Si è tenuta martedì 27 marzo la quinta catechesi quaresimale dell’Arcivescovo dal titolo “Ogni giorno in famiglia”. Il cardinal Tettamanzi ha dato alcuni suggerimenti per migliorare la qualità della vita familiare e ha indicato lo stile del perdono reciproco e della gratuità.
di Luisa Bove
Con una riflessione sulla “vita quotidiana” il cardinale Dionigi Tettamanzi ha concluso il ciclo delle catechesi quaresimali dedicate al tema della famiglia. «Il vangelo di Dio», dice l’Arcivescovo, «viene quotidianamente riscritto, annunciato, accolto» e «rinnova i membri della famiglia» inserita «nell’orizzonte più vasto della società». E citando l’enciclica Evangelii Nuntiandi di Paolo VI ricorda il compito di evangelizzazione dei genitori nei confronti dei figli.
Ma è soprattutto alla luce delle testimonianze ascoltate che il Cardinale sottolinea alcuni aspetti della vita di tutti i giorni. Pensa soprattutto alle «tante cose da fare» e al «tempo che è sempre troppo scarso», ma anche al rischio di lasciarsi prendere dalla «frenesia», che «contagia tutti quanti». E ancora, al tempo «sfasato», infatti «una delle difficoltà più pesanti che si incontrano nella vita quotidiana della famiglia è di trovare un accordo tra i membri». Immagina uno «spazio» in cui siano «tutti presenti per alimentare quell’incontro».
Perché questo sia possibile l’Arcivescovo chiede uno «sforzo» da parte di tutti, «magari piccolo», e «una volta trovato, impegnarci a essere fedeli». È in gioco infatti la qualità della vita familiare. «Auguro a tutte le famiglie», aggiunge, «di diventare sempre più padrone del loro tempo e sempre meno schiave di un tempo in cui i ritmi non sono decisi da noi, ma dalle cose da fare, dal lavoro, dalla scuola, dai tanti impegni».
C’è però un altro aspetto importante che le famiglie devono curare: «le relazioni interpersonali», in particolare attraverso l’accoglienza e l’ascolto, come già indicato nel Percorso pastorale. «Le relazioni», spiega il cardinal Tettamanzi, «possono sbocciare e crescere quando l’attenzione parte dal proprio io ma non rimane chiusa, si apre e sa dar vita a un confronto, a un dialogo, a un servizio».
Si sa che i rapporti in famiglia passano attraverso «i gesti più semplici e più piccoli», ma possono spingersi anche fino al perdono reciproco. «Fra i tanti gesti capaci di portare ad alta qualità la relazione interpersonale nella coppia e nella famiglia c’è davvero la realtà del perdono», ammette l’Arcivescovo, «che è il vertice dell’amore».
Per il Pastore della Chiesa ambrosiana la famiglia ha pure «una funzione sociale», soprattutto in una società «che rischia di essere sempre più spersonalizzata e massificata, e quindi disumana e disumanizzante», come quella di oggi. Non ha dubbi, il cardinal Tettamanzi: occorre vivere secondo la «logica della gratuità» ed evitando «forme di evasione come l’alcolismo, la droga e lo stesso terrorismo».
Perché «la famiglia possiede e sprigiona ancora oggi energie formidabili capaci di strappare l’uomo dall’anonimato, di mantenerlo cosciente della sua dignità personale, di arricchirlo di profonda umanità e di inserirlo, attivamente con la sua unicità e irripetibilità nel tessuto della società», dice citando la Familiaris Consortio.