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Sirio 11 - 17 novembre 2024
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Appello

Il 26 gennaio giornata di preghiera per la pace in Ucraina

Parrocchie e realtà ecclesiali invitate a trovare un momento dedicato per aderire alla proposta di papa Francesco: in allegato uno schema utile

25 Gennaio 2022
Militari in azione sul confine tra Ucraina e Russia

«Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste». Così il Papa, al termine dell’Angelus di domenica scorsa, in cui ha lanciato un appello «a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte».

«Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli – il monito di Francesco -. Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace».

Parrocchie e realtà ecclesiali sono invitate a trovare un momento dedicato per aderire all’appello di papa Francesco. Qui una proposta di preghiera

La situazione

Oltre 120 mila soldati russi sono schierati al confine ucraino e sul territorio del Donbass, dove, come a Kiev, le esercitazioni sono all’ordine del giorno. Continua l’afflusso di munizioni e istruttori militari dai Paesi Nato. Un primo carico di armi, 90 tonnellate circa, è già arrivato su ordine del presidente Usa Biden.

La diplomazia moltiplica iniziative per scongiurare un’aggressione militare russa. Il Regno Unito ritiene che Mosca stia anche pensando all’insediamento di un leader filo-russo nel governo. Secca la risposta del Cremlino: il «ministero degli Esteri di Londra la smetta di diffondere sciocchezze».

La prossima settimana i Ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue incontreranno in videoconferenza il segretario di Stato Usa Blinken, di ritorno dai negoziati con Mosca a Ginevra. Allo studio possibili sanzioni in caso di invasione.