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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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22 aprile

I vescovi: uno sguardo costruttivo

Il Messaggio Cei per l’88ª Giornata dell’Università Cattolica

20 Aprile 2012

«Nel nostro tempo, colpito da un marcato ripiegamento nel privato e dominato dalle forme avare dell’individualismo tecnocratico, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, fedele alle proprie radici, si pone in prima fila come istituzione culturale ed educativa volta a formare protagonisti capaci e convinti della civiltà dell’amore»: lo afferma il Messaggio della presidenza della Conferenza episcopale italiana per l’88ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che verrà celebrata il 22 aprile col titolo “Il futuro del Paese nel cuore dei giovani”.

«Non si tratta di cosa facile – prosegue il messaggio -. In una società non più caratterizzata dal riconoscimento di valori comuni, la relazione educativa tende a configurarsi non come comunicazione di contenuti consolidati, quanto, piuttosto, come relazione informativa, segnata dalla tolleranza formale e da prossimità debole: nel contesto familiare la capacità educativa incontra difficoltà e tende alla delega; la scuola appare crocevia affollato di pluralismi dispersi e di anonimato culturale; il maestro rischia di non essere più figura di riferimento, ma operatore funzionale all’apprendimento di capacità strumentali».

Crisi della fiducia illuministica

«La crisi della fiducia illuministica nella ragione, – prosegue il messaggio della Cei – non promette esiti convincenti, sia sul piano etico-valoriale – benché da molti annunciato e auspicato (il cosiddetto ritorno dell’etica) – sia su quello specificamente educativo, benché oggetto di pronunciamenti molteplici. L’epoca moderna, infatti, non manca di segnalare l’impegno educativo tra le priorità della società e ne allarga i confini: educazione permanente, scolarizzazione diffusa, specializzazione articolata. Ma non sembra incline a porre in attenzione e valore le eredità culturali, non ama legami consistenti o addirittura vincolanti con i patrimoni di riferimenti consolidati e condivisi, in specie etici e religiosi».

Nel messaggio si sottolineano i rischi per l’orizzonte pedagogico che sta venendo meno: «L’ipertrofia della razionalità tecnico-scientifica e l’atrofia della razionalità etico-valoriale – si legge nel testo – hanno causato l’estenuazione del pedagogico, ridotto a mera metodologia. E, tuttavia, prevale in noi la fiducia, lo sguardo costruttivo, la dinamica progettuale. Questo si respira in “Cattolica”; questa dovrebbe essere l’atmosfera prevalente nelle nostre comunità cristiane».

La risposta della cultura cattolica

Di fronte a questo quadro di riferimento culturale, il messaggio afferma che «è necessario, perciò, un solido e convinto riferimento alla verità piena: “Il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituito dal suo approccio al mistero di Dio […] È a partire da qui che si deve costruire una nuova cultura” (Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno ecclesiale di Palermo, 23 novembre 1995, n. 4)».

Viene poi sottolineato il ruolo ecclesiale dell’ateneo fondato da Agostino Gemelli: «È per questo che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si sente parte viva di una Chiesa, che “essendo a servizio di Dio, è a servizio del mondo in termini di amore e di verità” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 11), ponendo quel nesso di illuminazione dell’esistenza che rischiara il suo significato fondamentale e rende ragione della speranza mentre opera con generosa dedizione».

Per la cultura c’è un ruolo fondamentale nella formazione delle persone che il messaggio spiega così: «È il nuovo spazio aperto in cui si dilatano gli orizzonti della creatività e si moltiplicano le figure mai ripetute della vocazione cristiana, per trasformare il mondo. Non c’è posto per le ideologie della violenza, per la corruzione, per la smania di potere e di possesso. La prospettiva escatologica, apre il credente ai cieli nuovi e a una terra nuova (cfr Ap 21,1) dove Dio “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’” (Ap 21,4-5). A cominciare dall’umile, fattivo, impegno quotidiano».