A cinquant’anni dall’ordinazione presbiterale (1972-2022), dal 13 al 15 luglio di quest’anno abbiamo compiuto un pellegrinaggio alla Sede Apostolica su invito di papa Francesco, che ci ha concesso circa due ore del suo tempo prezioso.
Lo abbiamo incontrato in Casa Santa Marta, sempre esemplarmente disponibile al colloquio, che si è protratto, tra domande e risposte, in un clima di fraterna confidenza. Abbiamo affabilmente parlato con lui dei problemi pastorali del presente, spingendo il nostro sguardo oltre i limiti dei provincialismi che possono contrassegnare le nostre singole appartenenze e incarichi, per aprirci a uno sguardo veramente universale, in modo conforme alla cattolicità della Chiesa. In questo clima sereno sono stati ripresi i temi urgenti dell’educazione dei giovani e dell’esperienza oratoriana, della missione nel mondo e di quella testimonianza vissuta che si incarna in un atteggiamento di apertura accogliente nei riguardi di tutte le persone. La Chiesa risulta attraente proprio perché non è preoccupata di giudicare e di escludere, ma è attenta a tutti e disponibile ad accompagnare ciascuno all’unico bene necessario: la conoscenza e la pratica del Vangelo di Gesù Cristo. Quest’unica intenzione dovrebbe permeare anche ogni attenzione ecumenica e interreligiosa.
Le altre tappe
Siamo stati confortati nella fede, oltre che dall’incontro con il Papa, anche dalla visita – accurata e preparata nei minimi dettagli da Duomo Viaggi – ai luoghi che custodiscono la memoria vivente dell’apostolicità e della plurimillenaria tradizione cristiana: la cappella Redemptoris Mater, al secondo piano dei Palazzi Apostolici, con gli splendidi mosaici di Rupnik che illustrano il mistero dell’intera storia della salvezza; la Basilica Papale Vaticana di San Pietro, dove abbiamo potuto celebrare e ricordare il nostro ministero sulla Tomba di Pietro nelle Grotte Vaticane e la discesa sotterranea fino al “muro rosso”, dove sono conservati i resti di Pietro, nel contesto dell’impressionante necropoli romana. Al termine, la visita al Seminario Lombardo, con uno splendido incontro con il Rettore, monsignor Ennio Apeciti che insieme a noi ha celebrato il Sacrificio Eucaristico e ci ha guidato alla visita della Basilica di Santa Prassede e a Santa Maria Maggiore.
Queste grandi istituzioni, con le persone che ancora oggi le abitano, hanno lasciato nel nostro animo il senso di un’appartenenza indelebile a quella tradizione cristiano-cattolica che ci ha formati e che ancora, quotidianamente ci nutre e sprona a una reale e coerente testimonianza. Amare Cristo, amare la Chiesa.