Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/i-pellegrini-di-speranza-attraversano-linquietudine-2821946.html
Percorsi ecclesiali

L’Avvento 2024 nella Chiesa ambrosiana

Sirio 09 - 15 dicembre 2024
Share

Riflessione

I pellegrini di speranza attraversano l’inquietudine

Nella terza domenica dell'Avvento ambrosiano prosegue la meditazione “giubilare” dell'Arcivescovo. Di fronte a domande senza risposte c'è un'unica via da percorrere, quella di Gesù, per contemplare da vicino le sue opere, praticare con lui misericordia e sollecitudine e per essere dalla parte della giustizia. Sperando anche per quanti imboccano altre strade

di monsignor Mario DELPINIArcivescovo di Milano

1 Dicembre 2024

1. I pellegrini di speranza hanno un bagaglio leggero. Devono infatti percorrere lunghe distanze, la terra promessa è sempre lontana, la storia continua nell’invecchiare del mondo. Perciò vanno con un bagaglio leggero: portano con sé domande e domande. Non hanno tutte le risposte. Devono camminare leggeri, non possono portarsi dietro le immense biblioteche della sapienza dei secoli, le risposte illuminanti dei dottori e dei professori.
Portano con sé le domande.

2. Si pongono domande: c’è una salvezza? C’è una promessa affidabile? Ci sono ragioni per la speranza? Dove cercare la salvezza? È Gesù colui che viene a salvarci o dobbiamo aspettare un altro? L’inquietudine dei pellegrini di speranza è quella di Giovanni il precursore.
Gesù non fa un discorso per rispondere. Piuttosto invita a vedere le sue opere. Per vedere le sue opere è necessario stare con lui, seguire Gesù.

I segni che Gesù compie sono rivelazione che manifestano in modo inaspettato il compimento delle promesse. Gesù è il salvatore, ma chiama a convertire il modo di intendere la salvezza. In lui si rende presente nella vicenda umana il Regno di Dio, ma Gesù chiama a convertire le aspettative a proposito del Regno di Dio. Perciò Giovanni è inquieto: non riconosce nelle opere di Gesù quella manifestazione di potenza, quell’irrompere del giudice che sbaraglia i prepotenti ed esalta i giusti. Gesù invita a riconoscere i segni della salvezza che viene da Dio nel prendersi cura delle persone provate dalla vita, nel visitare la malattia, la povertà, la fragilità. Ecco come salva Dio: nella prossimità misericordiosa ai figli di Dio che non possono sperare se non in Dio.

I pellegrini di speranza sono chiamati quindi ad attraversare l’inquietudine a proposito di Gesù: devono decidere di percorrere la sua strada, di contemplare da vicino le opere di Gesù e essere con lui nel praticare la misericordia e la sollecitudine.

I pellegrini di speranza non sono come quegli studenti che, dopo aver studiato la lezione e imparato la dottrina, vanno per la loro strada per mettere in pratica quello che hanno imparato. Piuttosto continuano a stare vicino a Gesù perché sempre sono inquieti a proposito di Gesù, sempre devono vigilare sulla tentazione di sostituire alla rivelazione del regno le proprie aspettative. Sempre sono inquieti e si domandano: ma io ho capito chi è Gesù? chi è Gesù per me?Trovano risposte solo stando con lui.

3. I pellegrini di speranza nel loro pellegrinaggio attraversano l’inquietudine. Si domandano, infatti: perché non vengono gli altri? Perché coloro che hanno ricevuto l’invito e la promessa non si sono lasciati convincere a unirsi a noi nel cammino verso il Signore?

È l’inquietudine e il grande dolore e la sofferenza di Paolo, che si domanda: perché il popolo di Dio, quelli che hanno la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, non vogliono accogliere Cristo?

È l’inquietudine che non abbandona i pellegrini di speranza a riguardo di tutti i fratelli e le sorelle: perché coloro che abbiamo educato, preparato alla celebrazione dei sacramenti, che abbiamo accolto nei nostri ambienti come presenze desiderate, a un certo punto se ne sono andati? Perché coloro che incontriamo ogni giorno e con cui condividiamo l’abitare, il lavoro, i giorni di riposo e i giorni di allarme, non camminano con noi? Perché non credono alla promessa? Forse siamo testimoni poco credibili? Forse abbiamo una gioia e una luce troppo piccola? Forse ci sono potenze ostili che si presentano come più convincenti di Gesù?

Non si trovano risposte a questi perché, ma i pellegrini di speranza continuano il loro pellegrinaggio e si fanno carico di sperare per tutti. Sanno che ogni popolo, ogni persona tutto sarà ricapitolato in Cristo, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli (Rm 9,5).

4. I pellegrini di speranza nel loro pellegrinaggio attraversano l’inquietudine. Si domandano infatti: perché tanta ingiustizia sulla terra? Perché i prepotenti prevalgono? Perché gli innocenti sono oppressi? Perché i poveri sono poveri?

Di fronte alle domande il profeta annuncia il misterioso piano di Dio che si compie anche attraverso coloro che non sanno di essere a servizio dell’amore di Dio per il suo popolo, per gli umili e gli sconfitti della storia. Il Signore infatti ha chiamato Ciro e l’ha reso pronto all’azione per manifestare la potenza che salva e per essere a servizio della giustizia.

I pellegrini di speranza attraversano i tempi e continuano a desiderare e operare per essere dalla parte della giustizia e continuano a pregare: Stillate, cieli, dall’altro e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore ho creato tutto questo (Is 45,8).

Il dubbio: «Sei tu colui che deve venire?»

Nel vivace affresco riportato in alto, realizzato da Domenichino quattro secoli fa nell'abside della chiesa di Sant'Andrea della Valle a Roma (per il Giubileo del 1625), in uno stile che unisce il classicismo michelangiolesco alle novità caravaggesche (i gesti, in particolare, sembrano ripresi dai capolavori del Merisi), si ritiene che sia rappresentato il momento in cui il Battista indica a due suoi discepoli «l'Agnello di Dio», invitandoli quindi a seguire il Messia, secondo il racconto di Giovanni (1, 35-37). La concitazione della scena, tuttavia, sembra evocare proprio il brano del Vangelo odierno di Luca (7, 18-19).
Giovanni battezza nel fiume Giordano. Giovanni è la «voce che grida nel deserto». Giovanni è colui che è stato chiamato a preparare la strada. Eppure neanche Giovanni può sapere con certezza quello che sta accadendo... Lo informano allora i suoi discepoli, dei miracoli e dei prodigi che quell'uomo chiamato Gesù sta compiendo a Cafarnao e a Nain, con la guarigione del servo del centurione e perfino la risurrezione del figlio morto di una vedova. Per questo il Precursore ha chiamato due uomini di sua fiducia e li vuole mandare dal Nazareno con una domanda netta e precisa, che tradisce inquietudine e speranza, timore e desiderio: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». I discepoli del Battista si guardano con apprensione, gesticolando vistosamente: perché la questione è fondamentale anche per loro stessi, non solo per il loro maestro. Il dubbio erode e consuma, la verità rende liberi. Come ricorderà proprio il Cristo, che ora si intravede appena sullo sfondo della scena, ma che presto riempirà gli sguardi e i cuori di tutti.
Luca Frigerio

Leggi anche

Riflessione
MilImg_193_683189_1711925_20241122104039_2

I pellegrini di speranza, una benedizione per tutta la terra

Nella seconda domenica dell'Avvento ambrosiano l'Arcivescovo medita sul popolo che si mette in cammino sulla base della «promessa affidabile» del Signore, rivelando «la chiamata di tutte le genti alla libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in Gesù»

di monsignor Mario DELPINIArcivescovo di Milano

In Duomo
Messa della prima domenica dell’Avvento ambrosiano presieduta dall’arcivescovo Mario Delpini

Pellegrini di speranza in un mondo disastrato

Guarda all’imminente Giubileo l’omelia che l’Arcivescovo ha pronunciato nella Messa per la prima Domenica d’Avvento, in cui si sono ricordati la Giornata del Ringraziamento ed è entrata in vigore la seconda edizione del Messale ambrosiano. Tra guerre e calamità ambientali, i cristiani rialzano la testa, sono trasfigurati dalla luce, offrono e chiedono pace

di Annamaria BRACCINI