La IX sessione del Consiglio pastorale diocesano, svoltasi al Centro Pastorale di Seveso sabato 20 e domenica 21 aprile, aveva come tema «Essere comunità per la missione. Per il rinnovamento del tessuto dell’azione pastorale»
La Commissione preparatoria ha preso subito atto dell’ampiezza dell’argomento e che non sarebbe stata sufficiente una sola sessione, per affrontarlo in maniera esauriente. Ma era necessario iniziare a individuare i tratti di comunità missionaria sono già presenti in Diocesi. Ha così preparato una traccia di lavoro, con documenti e testi da approfondire, per invitare i consiglieri a riflettere insieme al proprio Vicario nelle Zone. Questo lavoro è servito a verificare quando una comunità sa esprimere uno stile missionario, facendo emergere il positivo nell’accoglienza e nell’accompagnamento per un’apertura alla fede cristiana.
Un annuncio gioioso
Il risultato ha portato a constatare quanti ambiti di missionarietà sono già presenti nelle comunità: le varie esperienze insegnano che è l’intera comunità a evangelizzare e testimoniare, e che l’annuncio deve essere gioioso. Occorre coinvolgere nuove persone, valorizzando capacità e competenze. È fondamentale dare priorità all’ascolto, alla relazione, alla pastorale quotidiana e delle occasioni. L’incontro con le altre confessioni cristiane e il dialogo interreligioso arricchiscono la nostra fede. Stiamo vivendo un nuovo modo di vivere l’appartenenza alla Chiesa, meno strutturato, non meno fecondo. Infine, è stato indicato qualche passo coraggioso per migliorare il nostro compito di evangelizzare. Bisogna camminare “con” e non organizzare “per”, avere cura della relazione personale e uno stile di comunione. Occorre rendere protagonisti i giovani; incoraggiare la corresponsabilità e i ministeri laicali istituiti. È necessario fare una lettura attenta dei bisogni, per effettuare le scelte più opportune e adeguate circa l’uso degli ambienti in un’ottica missionaria. È importante riconoscere i carismi di Associazioni e Movimenti all’interno delle comunità, per collaborare insieme, e sostenere il percorso delle Assemblee sinodali decanali.
Un passo coraggioso
Sabato pomeriggio, dopo l’ampia relazione di sintesi delle Zone, è intervenuto don Martino Mortola, Docente di Teologia sistematica al Seminario di Venegono, esperto della trasformazione della Chiesa ambrosiana, per far emergere delle linee di senso, delle possibili convergenze e alcune tensioni contenute nelle relazioni, con una lectio sull’icona evangelica di Gv 20, 1-10 che illumina bene quanto i consiglieri avevano scritto.
Ha sottolineato che non c’è missione senza la fede in Gesù Risorto e non c’è fede in Gesù Risorto senza la testimonianza dei discepoli, che inizia con la corsa di Maria Maddalena, Pietro e Giovanni verso il sepolcro. I due discepoli, uno anziano e l’altro giovane, hanno due velocità, come è diversa la velocità di alcune proposte missionarie: alcune vanno spedite, altre sono più faticose. Sembrano più promettenti quelle iniziative che richiedono meno strutture, vanno più lentamente quelle appesantite da strutture che fanno fatica a rinnovarsi. Il passo coraggioso da compiere è una maggiore sinodalità, perché si corra insieme, e si chiede che la voce di Maria Maddalena non sia cancellata dalla voce di Pietro e di Giovanni. I nostri luoghi di decisione siano sempre più plurali e ispirati alle prime comunità cristiane, in modo tale che il prete non si trovi a dover decidere da solo o sotto la pressione di poche persone.
Successivamente, c’è stato il lavoro di gruppo: ogni Consigliere ha scelto un ambito che gli è più consono per esperienza pastorale o per interesse. Assumendo il punto di vista della comunità cristiana, e riprendendo l’orizzonte proposto da Evangelii Gaudium 28, tutti i gruppi avevano l’obiettivo di capire come può avvenire la trasformazione di strutture e comunità, perché queste intraprendano con maggiore coraggio la via della missione, ascoltando le domande che emergono e trovando le risposte. Ognuno ha lavorato alacremente, con passione e desiderio di dare il proprio contributo.
Abbandonare il conservatorismo
Dopo cena, il “Caminetto “, il dialogo con l’Arcivescovo sempre atteso dai consiglieri: è stato molto partecipato, tutti avevano infatti la possibilità di fare domande, confrontarsi con lui e ricevere le sue sagge risposte su argomenti vari.
Subito dopo, la Commissione si è ritrovata, fino a tarda notte, per analizzare i numerosi elementi emersi dai lavori di gruppo e che interrogano ciascuno di noi.
Si è sottolineato che abbiamo bisogno di uscire dalla conservazione delle nostre attività che non sempre sono missionarie. Se entriamo nella storia dell’altro e ci lasciamo modificare da ciò che ascoltiamo, testimoniamo il Vangelo che annunciamo. Ci chiediamo: Le nostre Comunità hanno tempi, luoghi per capire? Quale luogo – spazio possiamo indicare alle parrocchie? Invitiamo le Comunità ad avere tempi e spazi sapienziali per ascoltare. I nuovi Consigli pastorali saranno l’ambito privilegiato per rinnovare il volto della nostra Chiesa missionaria.
La domenica mattina, alla presentazione della sintesi dei lavori di gruppo, sono seguiti gli interventi dei consiglieri, per approfondire, integrare i contributi, quale espressione di amore per la Chiesa ambrosiana e le proprie Comunità pastorali. Sono state poi presentate sette mozioni che intendono consigliare alcuni passi da compiere in questo tempo.
A fronte della complessità del tema affrontato nella sessione IX, l’Assemblea evidenzia la necessità di continuare questa riflessione volta a tracciare linee di azione, per una trasformazione missionaria che comporta un cambiamento molto profondo della nostra Chiesa.