Sono 16 i candidati al presbiterato che sabato 27 settembre il cardinale Angelo Scola ordinerà diaconi. La solenne celebrazione eucaristica avrà inizio in Duomo alle 8.30, in anticipo rispetto agli altri anni a causa del successivo viaggio dell’Arcivescovo a Colonia come inviato del Papa alle celebrazioni per l’850° anniversario della traslazione delle reliquie dei Magi.
Dopo un’estate densa di impegni in parrocchia e con gli oratori e dopo le settimane trascorse sui libri per prepararsi all’esame di baccalaureato, che segna la conclusione del percorso di studi teologici, dalla sera di domenica 21 i candidati si ritroveranno a Triuggio per gli Esercizi spirituali, predicati da monsignor Carlo Faccendini. Li accompagneranno i genitori e insieme reciteranno il Vespero, poi per i seminaristi inizieranno giorni di meditazione e silenzio. Venerdì 26 settembre rientreranno a Venegono per il “giuramento” sul Vangelo davanti a tutta la comunità del Seminario.
«La nostra classe è molto eterogenea – spiega uno di loro, Giuseppe Cadonà -. Abbiamo un’età compresa tra i 24 e i 49 anni e percorsi di vita e studio molto diversi: c’è chi ha frequentato l’università, chi è entrato in Seminario dopo le superiori e chi ha alle spalle vent’anni di lavoro».
Il motto che hanno scelto e che li accompagnerà fino all’ordinazione presbiterale del 13 giugno 2015 è tratto dalla Preghiera eucaristica V, usata solo nel rito ambrosiano, “Tutto possiamo sperare dalla tua misericordia”. «Richiama la Pasqua come momento sorgivo del dono di questa misericordia», precisa Cadonà.
È l’originale invocazione interiore di ogni sacerdote, chiamato a essere uomo di speranza incrollabile, perché confermato nella fede e inviato ad annunciare la misericordia del Padre rivelata nel Figlio e operante per mezzo dello Spirito. Il motto esprime inoltre la sorgente della vocazione degli ordinandi, la Sua misericordia, sperimentata nelle loro vite, e apre all’eterno nella misura del tutto, che include ogni desiderio di vita e bontà che abita l’uomo.
A rafforzare il significato della frase della preghiera eucaristica contribuisce l’immagine: un dipinto di Sieger Köder, che ritrae l’episodio di Pietro tratto dalle acque (cf Mt 14,28-31). Il particolare messo in evidenza traduce visivamente il motto nel gesto di Gesù che tende la propria mano per salvare il discepolo dalle acque. Assieme a quella di Pietro è raffigurata un’altra mano destra, per esprimere l’universalità del gesto di Gesù. Con il discepolo, infatti, sta ogni credente che si lascia sopraffare dall’incredulità; la speranza nasce allora dalla misericordia del Padre, che non abbandona l’uomo nelle acque della morte, ma invia il Figlio per elevarlo a una vita risorta.
«Confortati da questa mano misericordiosa di Dio che dall’alto è sempre tesa verso di noi ci avviamo al diaconato», afferma Cadonà, che aggiunge: «Personalmente sto vivendo questi giorni con grande emozione e con un grande senso di responsabilità, ma nella preghiera e nella vicinanza della mia famiglia e di tutta la mia comunità trovo pace e serenità».
Durante la celebrazione dell’ordinazione diaconale, il coro Santa Maria del Monte di Varese eseguirà il canto Tutto possiamo sperare, scritto originariamente dai candidati, rivisto da don Bortolo Uberti e musicato da Filippo Bentivoglio. Il canto è stato anche registrato dal coro Shekinà e inserito nel cd dell’oratorio di quest’anno Solo insieme.
I sedici seminaristi ancora non conoscono le parrocchie o le Comunità pastorali in cui saranno destinati per l’anno da diaconi e i cinque da preti (saranno impegnati da sabato dopo pranzo fino a martedì pomeriggio): le comunicherà loro l’Arcivescovo venerdì 3 ottobre, alle 16, in Curia.