Per Carlo Acutis, scomparso nel 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, si aprirà la causa di beatificazione. Carlo era un ragazzo come tanti, appassionato di computer, allegro e profondo allo stesso tempo. Quando in ospedale i medici gli dissero la verità, non pianse, ricorda Giuseppina Sciascia e, quasi rivolgendosi a lui, aggiunge: «Dentro di te sapevi. Hai guardato tuo padre e tua madre con gli occhi asciutti, ma lo sguardo era quello dei momenti più gravi. Hai offerto i tuoi patimenti e la vita per il Papa e per la Chiesa».
Neel Jastus Perera, ripensa al grande cedro che sorge in piazza Tommaseo a Milano, tra la facciata della chiesa di Santa Maria Segreta e l’Istituto delle Marcelline, la scuola dove Carlo ha frequentato le medie e le elementari. «Presso i suoi più bassi rami i bambini e i ragazzi fanno i loro giochi. Ti vedo lì, bambino, e poi sei rapidamente cresciuto, presto mi hai superato in statura, così come sovrastavi tutti i tuoi coetanei. Nessuno ai miei occhi è diventato “alto” come te. Non ci siamo mai parlati a tu per tu, non ci siamo fatti confidenze, ma il tuo saluto ancora è dentro di me: un saluto franco e affettuoso. Nessun altro ricordo come te».