China, mentre pulisce un corpo piagato. È forse questa l’immagine più nota di Madre Teresa di Calcutta. Una donna dall’altruismo molto “fisico”. Eppure lei, forse, in questo fotogramma di vita attiva, non si riconoscerebbe appieno.
Contemplativa nel mondo
Di sé e delle consorelle diceva: «Siamo delle contemplative che vivono in mezzo al mondo. (…) La nostra vita deve essere una preghiera continua». Un marchio spirituale che la suora di Calcutta aveva scelto sin dall’inizio della sua vocazione. Lei, nata Agnese, aveva mutato il proprio nome in omaggio a Teresa di Lisieux, monaca e mistica. Immedesimandosi nella “piccola via” teologica proposta dalla carmelitana: ricercare la santità, non nelle grandi azioni, ma negli atti quotidiani anche i più insignificanti, a condizione di compierli per amore di Dio. «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi», sta scritto sulla sua tomba in India. E la frase di Giovanni va letta da destra verso sinistra: poiché l’Amore si è rivelato, pure noi possiamo manifestarlo.
La celebrazione dei prossimi anniversari – il XX della morte (Calcutta, 5 settembre 1997) e il I della canonizzazione (Roma, 4 settembre 2016) – non può allontanarsi quindi da questa descrizione che la Madre ha fatto di sé.
Madre Teresa a Milano
Sono 6 mila le Missionarie della carità nel mondo. In Italia, in 18 case, vivono 129 suore.
Dal 1983 c’è una comunità anche a Milano, nel quartiere di Baggio. Le religiose gestiscono una mensa serale per 150/200 poveri, italiani e stranieri, e accolgono donne sole con i loro figli.
La Santa fondatrice venne a Milano tre volte: nel 1973 su invito del Pime (in quella occasione ricevette pure l’Ambrogino d’oro), nel 1977 per portare a San Siro una testimonianza sul valore della vita e nel 1983 per partecipare al Congresso eucaristico nazionale.
Incontrò anche privatamente l’Arcivescovo dell’epoca, il cardinale Giovanni Colombo. Così ricorda il dialogo un testimone, padre Piero Gheddo: «Il cardinale Colombo la riceve nel suo studio. Quando entra, lui si alza e le va incontro con le braccia allargate. Espansivo com’era, le dice: “Madre Teresa, grazie di essere venuta, lei porta la luce nella mia diocesi, la sua presenza farà tanto bene…”. La Madre ascolta in silenzio poi dice: “Eminenza, preghiamo molto, per essere strumenti adeguati nelle mani di Dio”».
Quella luce, in terra ambrosiana, ancora risplende. Lo testimoniano i tanti volontari che affiancano il lavoro delle suore e pure il variegato calendario delle celebrazioni per gli anniversari.
I pellegrinaggi in Albania
Sebbene abbia vissuto la maggior parte della sua vita fuori dalla nazione di nascita, Madre Teresa ha sentito la vocazione e si è formata spiritualmente nella sua terra. Poi, caduto il regime comunista negli anni Novanta, vi è tornata più volte, fondando diverse opere di carità. Ogni città albanese le ha dedicato una via o un monumento. Persino l’aeroporto della capitale è a lei intitolato.
Non mancano quindi motivi spirituali e legami affettivi per visitare il Paese delle Aquile sulle orme di Madre Teresa. Per tale ragione il Servizio diocesano per il turismo e i pellegrinaggi propone alle parrocchie questa destinazione come caratterizzante l’anno pastorale che si apre. Programma, organizzazione e informazioni per eventuali pellegrinaggi parrocchiali sono a cura della agenzia Duomo viaggi.
In Albania si potranno visitare i luoghi legati alla Santa (con una deviazione a Skopje, in Macedonia, luogo natale); incontrare i preti ambrosiani fidei donum, responsabili di due comunità; ascoltare il racconto di testimoni perseguitati sotto il regime, come il cardinale Ernest Simoni; fare esperienza di dialogo interreligioso.