Un’esperienza per crescere. Conoscere il mondo, altre culture, ma anche se stessi. Sono i Cantieri della Solidarietà, un’iniziativa organizzata dal 1997 da Caritas Ambrosiana che prevede campi estivi di condivisione e servizio a favore delle persone più fragili: minori, anziani, disabili, donne, carcerati. Sono rivolti ai giovani dai 18 ai 30 anni, residenti o domiciliati nella diocesi di Milano, con l’obiettivo di far incontrare i ragazzi italiani con quelli di altri Paesi. Tante, infatti, le destinazioni: dall’Est europeo all’Africa, dall’America Latina fino al Medio Oriente e all’Asia. E tanti i giovani che ogni anno decidono di partecipare.
Come Giorgia Bonomi, 21 anni, che studia Scienze linguistiche per le Relazioni internazionali all’Università Cattolica. «Lo scorso anno sono stata in Kenya, a Nairobi – racconta -. Ho partecipato a un progetto di reinserimento dei ragazzi che sono stati in carcere, lavorando a stretto contatto con loro nei campi. E mi hanno insegnato a lavorare la terra». Vivere per diversi giorni a contatto con persone di cultura diversa. Condividere le loro abitudini e i loro disagi quotidiani. E poi tornare a casa e apprezzare ancora di più gli agi della nostra società. «Ho sempre sentito parlare dell’Africa, delle sue povertà, ma anche delle sue bellezze – continua -. Molte persone che ci sono state mi hanno detto di averla lasciata con una forte nostalgia nel cuore, il “Mal d’Africa”. Adesso posso dirlo anch’io: lascia un forte impatto». Esperienze particolari, che aiutano ad allargare i propri orizzonti e che possono essere utili anche per un futuro lavorativo: «I contatti con l’estero mi hanno sempre ispirato, adesso mi piacerebbe trovare un lavoro che possa mettere a frutto queste mie esperienze. Perciò quest’anno ho deciso di ripartire per Haiti».
E per Haiti partirà anche Margherita Carbonaro, 21 anni, al terzo anno di Medicina. Dopo tanti anni come animatrice, ecco l’occasione per vivere un’esperienza in una realtà completamente nuova. «Ho sempre fatto volontariato in parrocchia, con persone che conosco. Mi attirava l’idea di mettermi alla prova con ragazzi diversi e in un Paese straniero», spiega. Così la scelta è caduta sull’isola caraibica. Margherita parte per la terza volta, dopo essere stata in passato in Moldova e in Kenya: «In Moldova ho fatto animazione con i bambini e poi ho collaborato con i volontari locali. È stata un’esperienza molto bella. Alla partenza non conoscevo nessuno. Ma parlare con ragazzi della mia età mi ha permesso di imparare tante cose su una cultura diversa dalla mia», aggiunge. L’anno scorso, in Kenya, è stata la volta, invece, dell’incontro con i ragazzi carcerati: «Non ero mai entrata in un carcere, nemmeno in Italia. Lavorare con giovani che ne erano reduci è stato davvero un momento forte, che mi ha fatto crescere come persona. Qui in Italia spesso diamo per scontate tante cose», precisa.