Saranno oltre 250 i pellegrini lombardi tra malati, dame e barellieri, sacerdoti, accompagnatori e fedeli che dall’4 al 10 agosto parteciperanno a un pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla sezione Lombarda dell’Unitalsi. L’associazione tradizionalmente dedica ai giovanissimi alla prima esperienza come volontari questo pellegrinaggio di agosto che vedrà decine di ragazzi lombardi vivere un’estate diversa. A guidare spiritualmente il gruppo dei pellegrini sarà il Vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni.
Un cammino di fraternità
I volontari e i pellegrini partiranno dalle diverse province lombarde in un itinerario che, la prossima settimana, li porterà in un pellegrinaggio di fede e servizio alla grotta di Massabielle. Per l’Unitalsi Lombarda quello di agosto è da sempre un viaggio particolare che pone un accento particolare alla partecipazione di ragazzi e giovani che scelgono di dedicare le loro vacanze a un’esperienza di servizio a favore delle persone anziane e con disabilità. Ma non sarà un viaggio solo “per”, sarà un pellegrinaggio “con” gli anziani, persone disabili e gli altri pellegrini: un vero cammino di fraternità.
In questa estate partiranno sette pullman, di cui tre attrezzati riservati al trasporto dei pellegrini ammalati, che viaggiano in posti speciali a essi dedicati per viaggiare in maniera idonea alla loro necessità. Sono diversi i gruppi di pellegrini che partiranno con le sottosezioni lombarde e tra loro ragazzi e ragazze provenienti in particolare da Cremona, Como, Mantova, Busto Arsizio, Crema, Legnano, Varese, Seveso, Pavia, Bollate, Merate, Milano e Sondrio.
Dare continuità
«È stato fatto un grande sforzo organizzativo e aggregativo per poter confermare questo tradizionale pellegrinaggio estivo come uno dei più numerosi e partecipati dai giovani del nostro anno unitalsiano», racconta Luciano Pivetti, presidente regionale dell’unitalsi Lombarda. Che aggiunge: «Saranno davvero numerosi i giovani che per la prima volta proveranno questa esperienza di servizio a chi è nel bisogno. In particolare, mi piace ricordare che oltre una trentina arrivano dalla diocesi di Cremona. Sarà compito dei nostri gruppi locali offrire continuità a questa esperienza affinché lo stile di servizio e di relazione con gli altri possa diventare quotidianità di vita. Solo così l’esperienza di pellegrinaggio, con le sue proposte di un modo diverso di vivere le proprie relazioni con gli altri e con Dio, può insegnare a vivere l’emozione del dono di sé in tutti gli altri giorni dell’anno».