Per la prima volta la Redditio Symboli e la Veglia missionaria convergono nell’unica serata di sabato 23 ottobre. L’appuntamento per i 18-19enni è a Sant’Ambrogio alle 17.30 dove tra canti e preghiere i ragazzi consegneranno all’arcivescovo Delpini la loro Regola di vita, frutto di un cammino di fede e di discernimento. Sono almeno 300, al momento, i ragazzi che si sono iscritti all’evento.
«Per un giovane – sottolinea don Marco Fusi, responsabile del Servizio per i giovani e l’università – la Regola di vita traccia uno stile che racconta la bellezza di un incontro con Gesù che si comincia timidamente a riconoscere». Quest’anno la Redditio «sarà più radiosa e significativa per la stretta alleanza con la veglia missionaria», assicura Fusi, che aggiunge: «Siamo tutti discepoli missionari e i giovani in primis sono chiamati a riconoscersi tali. Papa Francesco li invita a sentirsi inviati tra i loro coetanei ad annunciare la bella notizia di Dio che vive in mezzo a noi: non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato perché l’esistenza di ciascuno sia piena di gusto evangelico e di quella prospettiva che la fede ci regala». Il titolo della Veglia missionaria infatti è «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e udito…», che si rifà al messaggio del Papa per la Giornata mondiale di quest’anno.
Al termine della celebrazione a Sant’Ambrogio, i 18-19enni raggiungeranno il Pime (Via Mosè Bianchi, 94) dove alle 19 assisteranno al concerto missionario del coro Elikya. «A ricevere in Duomo dalle mani dell’Arcivescovo il crocifisso e il mandato missionario durante la Veglia che inizia alle 20.45 – spiega don Maurizio Zago, responsabile della pastorale missionaria – saranno tre preti stranieri del Pime (altri sono già partiti), tre religiose, don Tommaso Nava, e Ruben Formenti, 23enne, legato ai frati minori di Busto Arsizio e all’Associazione Italia-Uganda, che ha vissuto un’esperienza di due mesi in Uganda e ora ripartirà per tre anni».
Chi farà le testimonianze?
Durante la Veglia, collegate al tema scelto dal Papa per la Giornata mondiale in cui c’è l’invito a riscoprire il momento dell’incontro con Gesù, parlerà un giovane della Redditio che racconterà come la sua riscoperta del cammino di fede ha iniziato a fruttificare nella consegna della Regola di vita. L’incontro con il Signore quindi si traduce anche in una responsabilità. La seconda testimonianza sarà di don Valery Tchuente (38 anni), un sacerdote malato originario del Camerun. L’abbiamo chiesta a lui perché il papa nel suo messaggio dice esplicitamente che una condizione di fragilità, malattia e minoranza, considerata non buona per un annuncio fatto con tutte le forze, in realtà diventa anche questa un’occasione importante per essere missionari. Non esiste una condizione di vita in cui una persona non possa diventare annunciatore del Vangelo. Al termine delle testimonianze interverrà l’arcivescovo Delpini con la sua riflessione.
Il fatto che parta un solo fidei donum diocesano è dovuto alla pandemia e alle difficoltà a viaggiare in questo momento?
La partenza di un solo fidei donum è legata anche al fatto che all’interno delle missioni diocesane in questo momento era solo una l’esigenza chiara. Un po’ è legato alla situazione di pandemia e alla difficoltà di fare una scelta del genere, ma non per questo sta cadendo l’interesse per la missione. Noi abbiamo già altre disponibilità di persone pronte a partire: preti e due coppie di laici che stiamo valutando per un futuro invio. Tra l’altro l’arcivescovo ha già fatto un appello a dare questa disponibilità a preti e laici in occasione delle Ordinazioni diaconali, e poi alla Veglia inviterà ancora a tenere presente questa possibilità.
Prima della veglia ci sarà il concerto di Elikya e la testimonianza. Chi parlerà?
Don Tommaso Nava, fidei donum ambrosiano in partenza per Pucallpa (Perù) porterà la sua testimonianza di missionario dopo aver vissuto l’esperienza di giovane prete a Valmadrera. Quest’anno il pomeriggio della veglia è stato pensato insieme alla pastorale giovanile, quindi abbiamo unito i due momenti della Redditio Symboli e della Veglia missionaria inserendo anche questo evento.
Anche quest’anno avremo in Diocesi sacerdoti provenienti da altri Paesi?
Sì. Quest’anno saranno accolti in Diocesi 17 preti, più del solito perché l’anno scorso a causa del Covid gli arrivi sono stati più distribuiti nell’arco dell’anno. Provengono dalla Polonia, India e Africa (Kenya, Nigeria, Camerun, Burkina Faso, Benin, Tanzania…). Non tutti vengono per studiare, uno in particolare è stato accolto come fidei donum in Diocesi. La richiesta che è arrivata è stata quella di accoglierlo per vivere un’esperienza pastorale qui da noi e andrà a Canzo. Si unisce ai due sacerdoti che abbiamo accolto l’anno scorso, un brasiliano e nicaraguense.