Giovedì 8 ottobre avrà luogo la prima conferenza del ciclo 2020-21 del Centro Giovani Coppie San Fedele, dal titolo “Tempo e stupore”, che necessita di qualche spiegazione.
Da sempre l’essere umano si interroga sul tempo. Ne avverte la presenza, dentro di sé e intorno a sé, ha imparato a misurarlo con grande precisione, ma non sa spiegarsi in che cosa davvero consista: «Se nessuno me lo chiede, so benissimo che cosa sia. Se qualcuno me lo chiede, non lo so più», ammette onestamente Sant’Agostino. Peraltro, il rapporto col tempo è ciò che dà ritmo all’esistenza umana, che scandisce le età dell’individuo e le epoche della storia collettiva, che ci consente di pensare alla nostra esperienza in termini ordinati di “prima” e di “poi”. E bene dice Borges: «Il tempo è la sostanza di cui sono fatto», poiché pensarci fuori dal tempo ci è impossibile, pur se esso ci “trascina”, ci “divora”, ci “consuma”. Un tempo, quindi, avvertito come realtà pienamente e compiutamente esistenziale, filtrata attraverso la soggettività dell’esperienza umana e della riflessione su di essa.
Da questo punto di vista, il tempo assume entrambe le dimensioni che già erano avvertite dal pensiero antico: quella del chrònos, tempo che passa e non ritorna (che forse abbiamo sperimentato con forza durante il lockdown), e quella (che a sua volta, nel tempo del lockdown, ci può essere apparsa più sfuggente) del kairòs, tempo che costituisce tanto circostanza quanto occasione, opportunità. Il chronos ci provoca, in quanto è l’unica risorsa realmente finita e non sostituibile di cui disponiamo; il kairòs ci sfida a cogliere l’attimo, a decidere e ad agire nel presente, senza rifugiarci nel passato o affidare il compimento di ciò che auspichiamo a un indefinito futuro.
La compresenza di chrònos e kairòs è proprio l’orizzonte di riflessione in cui si muoveranno i contributi dei relatori del ciclo di conferenze 2020-2021 del Centro Giovani Coppie San Fedele, ciascuno dal suo punto di vista e sul suo particolare piano visuale determinato dalla specifica competenza della quale è portatore.
Così, Silvano Petrosino e Moreno Montanari, filosofi, esploreranno la dimensione provocatoria del tempo e la sua potenzialità creativa. Altri interventi proporranno riflessioni su diversi modi in cui la dimensione tempo impatta sulla relazione coi figli (Alberto Pellai), sulla dinamica evolutiva della coppia e sul suo arrestarsi/indietreggiare/ripartire (Roberta Fumagalli), sul diverso modo in cui il maschile e il femminile si confrontano col tempo (Roberta Giommi), sul tempo dell’ ”abitare con sé” in solitudine (Elisabetta Orioli). I “tempi e spazi del lavoro” saranno oggetto dell’analisi di Matteo Colleoni, sociologo. Ma soprattutto il kairòs sarà il cuore del contributo dell’arcivescovo Mario Delpini: “Il tempo è ora: ricordarsi di vivere”.
A causa dell’incertezza legata all’emergenza Covid19, le prime cinque conferenze, nei mesi da ottobre 2020 a febbraio 2021 compreso avranno luogo a distanza, con l’impiego di una piattaforma informatica. Le modalità per connettersi saranno comunicate di volta in volte mediante la newsletter del Centro e nella sezione News del sito www.centrogiovanicoppiesanfedele.it. Le ultime tre conferenze saranno di nuovo in presenza, nella sala Ricci del San Fedele. Se, malauguratamente, dovessero rendersi di nuovo necessarie misure di lockdown o di distanziamento, anch’esse saranno tenute a distanza.