«Alzati, va’ e non temere!»: un titolo provocatorio, quello scelto quest’anno per la Giornata per il Seminario, che la Diocesi celebra domenica 17 settembre. Il motto riprende l’invito più volte rivolto da Gesù nella Parola e riassume il significato dell’intero cammino vocazionale della Chiesa, come sottolinea monsignor Michele Di Tolve, rettore del Seminario di Milano.
In che modo i cristiani possono vivere questa sfida?
Il Signore invita la nostra Chiesa a non sedersi, a non rimanere frastornata e imbambolata o impaurita in mezzo alle vicende del mondo. La nostra Chiesa sta ricevendo una nuova chiamata a seguire Gesù senza paura; Lui ha un progetto di bene, di amore e di pace per ciascuno di noi. In modo particolare i giovani sono invitati a non essere rassegnati, sconcertati, scoraggiati, ma a percepire che c’è qualcuno che da sempre ha il desiderio di far conoscere il suo progetto d’amore sulla loro vita; c’è il Signore Gesù che ha seminato nel loro cuore una vocazione, quel modo unico e originale di essere uomo e cristiano nella Chiesa e nel mondo. Aiutare un giovane a mettersi in cammino per cercare la propria vocazione è il regalo più grande che la Chiesa deve fare a tutti i suoi figli.
Quali sfide deve affrontare il Seminario oggi?
Gli educatori del Seminario di Milano e di tutta la Lombardia si troveranno in Arcivescovado a Milano il 12 settembre con monsignor Oscar Cantoni, vescovo di Como e delegato della Cel per i Seminari, e con monsignor Patron Wong, segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero. Vivremo una giornata di studio e di formazione sulla nuova Ratio Fundamentalis, che porta il titolo «Il dono della vocazione presbiterale». La sfida che tutti i Seminari, compreso il nostro, vivono è quella di accogliere i giovani che hanno percepito il dono della vocazione presbiterale, conoscerli veramente per aiutarli a comprendere la bellezza e la grandezza di questa chiamata nel mondo attuale.
Dove sta l’importanza di celebrare nelle parrocchie una Giornata per il Seminario?
Senza le parrocchie della Diocesi il Seminario non può fare nulla, senza la collaborazione del presbiterio con il suo Vescovo non è nulla; il Seminario non serve se non c’è una piena partecipazione alla sua opera educativa da parte di tutta la Diocesi, perché non è un ente a parte, ma l’emanazione della Diocesi stessa e quindi parte vitale con essa. La Giornata per il Seminario serve a tenere vivo questo legame profondo. Voglio ricordare a tutti i preti che non è obbligatorio celebrare tale ricorrenza proprio il 17 settembre: la Giornata può essere svolta anche in altri momenti, l’importante è che sia vissuta intensamente.
Come le comunità cristiane possono essere vicine al Seminario?
La cosa più importante è la preghiera: ogni parrocchia, ma anche ogni scuola cattolica, ogni oratorio, dovrebbe vivere almeno una volta alla settimana un momento di adorazione eucaristica, in cui pregare il Signore affinché mandi operai nella sua messe. Poi chiaramente il Seminario ha bisogno dell’aiuto della gente per poter vivere, della carità del popolo di Dio. Attraverso il mensile La Fiaccola teniamo sempre informati di come viene gestito il Seminario, perché ci sentiamo responsabili della fiducia e della carità della Diocesi.
Negli ultimi anni il Seminario si è sempre più aperto alla Chiesa milanese: è una strada che sta portando i suoi frutti?
Certamente. Basti pensare alla presenza dei giovani ai momenti di raduno e di preghiera in Seminario con tutta la comunità, ai Centri vocazionali che stiamo aprendo nei Decanati; anche la Pastorale giovanile e la Pastorale universitaria stanno concentrando le loro attenzioni e i loro contenuti sul tema della vocazione.
A breve inizierà un nuovo anno seminaristico, con la guida di un nuovo Arcivescovo molto legato al Seminario. Sarà dunque un buon inizio?
Da sempre gli Arcivescovi di Milano sono vicini al loro Seminario. Il nostro nuovo Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, è legato al Seminario, che ritiene prezioso e necessario per la vita di tutta la Diocesi. Già da Vicario generale ogni domenica sera era presente in Seminario e pregava con la comunità del Biennio; il lunedì mattina pregava con la comunità del Quadriennio e la sua presenza era occasione di confronto con me e con gli altri educatori. Dal giorno della sua nomina ci siamo già incontrati tante volte per parlare del cammino del nostro Seminario. Siamo certi che monsignor Delpini continuerà a essere presente in mezzo a noi con il suo stile, a tutti molto gradito.