Oltre 120 persone, negli ultimi 18 mesi, sono state scelte da oltre 30 aziende in tutta Italia per svolgere un tirocinio lavorativo. Si tratta di rifugiati politici e titolari di protezione internazionale, in uscita dai percorsi di accoglienza Sprar (il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che – attraverso il progetto FAMI “Fra Noi” – vengono accompagnati all’inserimento nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di raggiungere una reale autonomia e indipendenza in Italia.
Il progetto “Fra Noi – Rete di accoglienza per un’autonomia possibile”, finanziato dal Ministero dell’Interno attraverso il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2010 (FAMI) dell’Unione Europea, è finalizzato alla sperimentazione di interventi volti all’integrazione stabile dei titolari di protezione internazionale.
Consorzio Farsi Prossimo è capofila di una rete di 44 enti che lavorano in 10 regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia, e mira a creare un sistema di azioni e di alleanze fra enti profit e non profit per sviluppare progetti e pratiche per l’integrazione stabile dei titolari di permesso internazionale.
I 44 enti della rete hanno potuto così attivare percorsi lavorativi che in molti casi hanno portato all’assunzione dei tirocinanti. Le aziende coinvolte che hanno scelto di impiegare una persona titolare di protezione internazionale hanno trovato lavoratori ricchi di competenze, portatori di nuovi stimoli per il team e con una forte motivazione al lavoro.
Il progetto è stato presentato martedì 18 dicembre durante il convegno “Protezione internazionale e Percorsi di integrazione”, organizzato dall’Università degli Studi di Milano insieme allo studio legale Backer McKenzie e all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a Palazzo Greppi a Milano.
Consorzio Farsi Prossimo, in particolare, ha attivato anche una partnership con Backer McKenzie per realizzare il progetto Promoting Refugees Integration, che ha portato in questa fase pilota oltre 30 rifugiati a ottenere un tirocinio, sfociato già in alcuni casi in un vero e proprio contratto di lavoro.
«Abbiamo avuto diversi feedback dalle aziende che ci hanno confidato che introdurre delle persone con un background diverso e un percorso personale molto forte ha costituito per tutto il team un elemento di arricchimento umano e di stimolo – ha dichiarato Giovanni Carrara, presidente di Consorzio Farsi Prossimo – soprattutto in relazione all’impegno e alla determinazione che queste persone hanno dimostrato nel voler raggiungere il loro obiettivo».
Il ruolo di Consorzio Farsi Prossimo è offrire un supporto alle aziende che scelgono di attivare tirocini di questo tipo: il servizio di mediazione socio-lavorativa individua le esigenze dell’azienda e definisce i profili professionali adatti, seleziona tra i candidati quelli più adatti attraverso l’individuazione delle competenze professionali e delle soft skills, attiva e monitora i tirocini anche occupandosi delle pratiche burocratiche, assicura consulenza costante all’azienda.
«Tra i nostri obiettivi, quello di accompagnare all’autonomia queste persone, che non significa solo sapersi mantenere economicamente – spiega ancora Carrara -, ma soprattutto essere capaci di farsi carico di se stessi. Questo accade attraverso le relazioni che si costruiscono (e le relazioni lavorative sono molto importanti), che sono fondamentali per la definizione della propria identità. Autonomia quindi è anche ricostruzione della propria immagine e identità in un contesto nuovo».
Tra le nuove iniziative che verranno messe in campo, annunciate oggi da Carrara, anche una collaborazione con PwC e LinkedIn, che avvierà una campagna specifica sul social network per mettere in rete persone rifugiate – che potranno valorizzare qui il proprio profilo professionale e le proprie soft skills – e le aziende interessate ad avviare un rapporto lavorativo con queste persone.