Come di consueto, la visita pastorale dell’arcivescovo Delpini nel decanato Forlanini-Romana-Vittoria è stata l’occasione per raccontare quel territorio sul numero di marzo del mensile diocesano Il Segno.
Il nuovo Decanato, nato dalla fusione di due realtà un tempo autonome, comprende parti di città molto diverse tra loro, separate dalla lunga linea grigia dell’ortomercato. Differenti sia per composizione sociale, sia per i ritmi di vita. «Molti della mia parrocchia, filippini o sudamericani, lavorano prevalentemente la sera, per esempio nei servizi di pulizia», spiega don Alberto Bruzzolo, parroco a Ponte Lambro e Linate. L’idea che ha portato a creare un unico grande Decanato – appena prima della pandemia – è stata quella di unire le forze, dando una mano soprattutto ai preti del Forlanini, che erano in numero più limitato.
Diverso il contesto sociale delle parrocchie più a vicine ad Area C. «Siamo a ridosso della Ztl (Zona a traffico limitato, ndr)», sintetizza il parroco degli Angeli Custodi don Michele Di Nunzio. Qui, a due passi da Porta Romana e dalla Rotonda della Besana, anche la pastorale si deve adattare, perché «prevale la cultura del week-end», e così nel fine settimana il quartiere si svuota. La sfida dunque è costruire «una cultura di vicinato», anche sfruttando i giorni feriali e organizzando iniziative in collaborazione con le associazioni di zona. Il teatro Oscar, a San Pio V, ha come direttore artistico Giacomo Poretti, con il gruppo del “Teatro deSidera” di via Lattanzio. E nel vicino oratorio di Sant’Andrea è nata la passione per il palcoscenico di Aldo e Giovanni, prima che si formasse il celebre trio.
Il desiderio di essere una presenza viva sul territorio muove le parrocchie del quartiere Forlanini, che hanno scelto di dedicare la propria comunità pastorale a Charles de Foucauld. «L’attenzione pastorale è sbilanciata sull’evangelizzazione, sull’accoglienza dei giovani, sull’accompagnamento degli stranieri», riassume il parroco don Bortolo Uberti. Per i ragazzi delle medie la settimana è piena di possibilità, dalle arti marziali alla musica, oltre al doposcuola e al catechismo. E sono qui per camminare accanto alla vita delle persone anche Valeria, Anna e Mariuccia, le Piccole sorelle di Gesù che abitano in un appartamento delle “case bianche” di via Salomone, in una comunità presente ormai dal 1977.
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