Il viaggio a Cuba dell’arcivescovo Mario Delpini è proseguito nel terzo giorno a Contramaestre, nel sud-est del Paese, sempre nella diocesi di Santiago di Cuba. Qui ha incontrato don Ezio Borsani, sacerdote fidei donum impegnato nella parrocchia della Sagrada Familia: «Nell’incontro gli abbiamo sintetizzato le tre parole che orientano la nostra missione. Bibbia in mano, piedi nelle case e comunità forte. La parola di Dio infatti ci forma e orienta nelle celebrazioni e per le quotidiane catechesi. Lo spirito di missione invece è alla base degli stimoli che ci portano a realizzare le varie iniziative messe in campo. Senza mai dimenticare l’Eucarestia domenicale, che fa nascere quella comunità samaritana che abbiamo sempre nelle nostre intenzioni, per una vera comunione fraterna».
L’esodo dei giovani
Delpini ha incoraggiato e benedetto gli sforzi della comunità, messa in difficoltà negli ultimi tre anni prima dalla pandemia e oggi dalla crisi economica. «Penso che ci abbia sentito dire diverse volte che siamo pochi – commenta don Ezio -. La crisi attuale è durissima e ha provocato una grande ondata di migrazioni. Si calcola che in un anno 300 mila cubani siano emigrati negli Stati Uniti, senza contare altri Paesi dell’America Latina come Venezuela, Brasile o Uruguay. Si stima che siano partiti quasi mezzo milione di giovani».
Una condizione che riflette anche la giovane storia della Chiesa a Cuba. Don Ezio ricorda come tutto sia cambiato solo a seguito della visita di Giovanni Paolo II nel 1998. Del viaggio del Papa, ricevuto anche da Fidel Castro (al cui monumento funerario Delpini ha riservato una breve visita), è ricordata soprattutto l’omelia celebrata nella piazza della Rivoluzione, in cui il Pontefice auspicava: «Possa Cuba aprirsi al mondo e possa il mondo aprirsi a Cuba».
Quegli anni furono infatti momenti difficili per la comunità cattolica, perseguitata dal regime. Determinante fu l’azione di dom Pedro Meurice, vescovo sull’isola per più di quarant’anni e molto amato dalla popolazione: proprio mercoledì 12 luglio il suo feretro è stato trasferito solennemente nella Cattedrale. Anche l’Arcivescovo l’ha ricordato durante la celebrazione nella Cattedrale di Santiago, presieduta da dom Dionisio García Ibañez e dal cardinale de l’Avana, Juan de la Caridad García Rodríguez.
Oggi monsignor Delpini visita la città di Baire insieme a don Carlo Doneda.