Un incontro che non è stato solo occasione “tecnica” per illustrare alcuni tempi e modalità dell’ultima fase del Sinodo minore “Chiesa dalle Genti”, ma che si è posto anche come momento di aiuto e riflessione sugli obiettivi da raggiungere nella fedeltà ai motivi ispiratori del Sinodo stesso. Così, presso il Centro pastorale di via Sant’Antonio a Milano, si riuniscono i membri dei Consigli Presbiterale e Pastorale diocesano ai quali monsignor Luca Bressan, presidente della Commissione di Coordinamento sinodale – cui sono accanto i suoi più stretti collaboratori in tale ruolo – esplicita i passi da compiere da qui al 3 novembre, giorno di conclusione di “Chiesa dalle Genti”. Arriva anche l’Arcivescovo che esprime «gratitudine e apprezzamento per la Commissione che sta lavorando per giungere a un buon risultato in tempi brevi».
Si parla, quindi, della IV e conclusiva fase del percorso e del testo che è stato elaborato in 25 costituzioni e una sessantina di paragrafi. «Domenica 23 settembre consegneremo tale testo, ossia la bozza di costituzioni da sottoporre a verifica, a voi delegati», spiega Bressan. «Entro il 21 ottobre, dovrete mandare i vostri emendamenti alla Commissione utilizzando l’indirizzo sinodo@diocesi.milano.it».
Poi, il 22 ottobre «un gruppo di persone appartenenti alla Commissione si occuperà della cosiddetta “expensio modorum”, cioè di verificare se vi siano possibilità di raggruppare alcuni emendamenti e di come organizzare gli stessi al fine di rendere il tutto votabile, considerando che si è calcolato che il 3 novembre – quando il testo finale sarà consegnato all’Arcivescovo – il metodo di lavoro e le modalità di approvazione (verranno utilizzati votatori elettronici) porteranno a 300-400 votazioni». Ovvio che non vi sarà, in quel giorno, spazio per il dibattito che sarà, invece, realizzabile, a livello di base, dal 23 settembre al 21 ottobre. In ogni caso, l’assise di chiusura del giorno 3 verrà convocata presso lo stesso Centro di via sant’Antonio dalle ore 9.30 e vedrà la presenza dell’intero Consiglio Episcopale Milanese.
Se questo è, per così dire, il ruolino di marcia, è evidente che, oltre la tempistica, si debba avere attenzione che quelle che monsignor Bressan definisce alcune azioni da porre in essere. Protagonisti ne saranno, appunto, i membri dei due Consigli – gli unici soggetti autorizzati a inviare emendamenti – chiamati a creare «momenti di condivisione con i Decani, i Consigli pastorali decanali, gli altri membri dei Consigli a livello zonale, e coinvolgendo, laddove siano presenti, le Cappellanie». E tutto per svolgere il lavoro di lettura e di emendamento «nella logica del Sinodo e per un coinvolgimento capillare delle realtà territoriali secondo i principi stabiliti il 14 gennaio all’apertura dell’assemblea sinodale».
Dunque, un Sinodo “con” e non un Sinodo “su”.
Il presidente della Commissione si rivolge direttamente ai presenti: «In questo momento il Sinodo è nelle vostre mani, coinvolgete etnie di altre culture e di altre lingue e realtà ecumeniche. Più coinvolgerete, più il Sinodo inizierà a portare frutto per una rilettura della configurazione territoriale». Basti pensare al Decanato: perché, ad esempio, non chiamare gli insegnanti di religione del Decanato a riflettere sul testo? «La verifica diventa così prova di un modello di costruzione di Chiesa. È venuto il momento di un ripensamento della struttura territoriale della Diocesi, come, peraltro, è già emerso a livello di incontri tra i collaboratori dell’Arcivescovo».
Anche il metodo da adottare e lo stile con cui condurre questa analisi hanno un peso importante: «Iniziate a domandarvi cosa vi chiede il testo e come chiarire alcuni punti. Cominciate a immaginare possibili percorsi per la ricezione del Sinodo».
Fondamentali, in questo contesto, i criteri di fondo che Bressan sottolinea in riferimento «a una lettura e a una correzione nella scia di discernimento collegiale accesa dal Sinodo con il Documento preparatorio, le riflessioni locali, il Documento di lavoro e le sessioni dei Consigli diocesani».
Da qui anche alcuni inviti: «Evitare l’arbitrarietà, trovando una giusta proporzione tra l’eventuale emendamento proposto e il documento da cui si parte». Testo che è, attualmente, di 12 pagine. «Molto mancherà, ma occorre guardare all’essenziale, tenendo conto del carattere enunciativo più che descrittivo del documento stesso, in cui la parte deliberativa è fondamentale come tessera che consente di costruire e di cambiare il quadro». Al termine dell’incontro intervengono, poi, per ulteriori chiarimenti, alcuni Delegati.
La sfida è chiara: continuare ed essere sempre più, Chiesa dalle genti.